E’ soprattutto in ambito sanitario che le donne subiscono i torti maggiori. “La lista è lunga – sottolinea D’Amelio -: dalla scarsissima assistenza alla maternità alla mancanza di un centro unico di prenotazioni, dalle resistenze dei medici obiettori nell’applicazione della legge 194 allo scriteriato ricorso ai parti cesarei (una media del 50 per cento, con picchi del 92,9 per cento in alcune cliniche), per finire con l’assoluta mancanza di strutture in grado di garantire alle persone colpite da ictus – la maggioranza sono donne – interventi tempestivi, che sono determinanti per salvare la vita ai pazienti. Su questo la Campania è all’ultimo posto in Italia. Per non parlare del tanto dibattuto tema della fecondazione eterologa, sulla quale la Campania resta al palo a causa di una giunta regionale che non ha fatto sue le linee guida nazionali fuoriuscite dalla conferenza delle Regioni di cui Caldoro è il Vice presidente (oltre ad essere commissario ad acta della sanità in Campania) e nonostante i 3,5 milioni trasferiti da anni alle Regioni per la fecondazione assistita, mai ripartiti”.
Al termine della conferenza stampa, dalle 13 alle 13,30, davanti alla sede del Consiglio regionale, è andato in scena un flash mob promosso da Angela Cortese che ha coinvolto consiglieri e dipendenti, intercettando anche il passeggio dei lavoratori in pausa pranzo. Tra i grattacieli del Centro Direzionale, sulle note della canzone-denuncia “Malo” (cattivo in spagnolo), hanno volteggiato, mimando un combattimento, alcune ballerine dell’accademia “L’Arte del movimento”, vestite per metà da uomo e per l’altra metà da donna. Un j’accuse in danza contro quella strage quotidiana che va sotto il nome di “femminicidio”.