Tra le note di “Ricominciamo”, Gianluca Festa è tornato sulla scena politica con un’assemblea pubblica al Viva Hotel, ma la narrazione è la stessa di sempre tra accuse ai giornalisti, a Nargi, al Pd, a Ettore Iacovacci e al vicepresidente nazionale del M5s Michele Gubitosa. Nel mirino del leader di Davvero e W la Libertà i cronisti Marco Staglianò (Orticalab), Emanuele Marinelli (Irpinia TV) e Vinicio Marchetti (Avellino Today), ai quali la redazione esprime piena solidarietà. Dopo essere stati esclusi dalle precedenti conferenze stampa, questa volta i giornalisti sono stati ammessi in sala ma a quanto pare per essere pubblicamente attaccati: “Basta raccontare bugie sui conti della città. Chi dice la verità non ha paura di fare nomi e cognomi. Noi ci mettiamo la faccia, non ci nascondiamo dietro telecamere e tastiere. Lo fanno i codardi. I conti tornano, sono le bugie ad avere le gambe corte. Sfido questi giornalisti a smentirmi, ma poi li porto in tribunale. E con i loro soldi ci finanziamo la campagna elettorale. Abbiamo trovato chi ci finanzia”.
Festa ha quindi rivendicato il lungo silenzio politico degli ultimi mesi, motivato, a suo dire, dalla volontà di salvare un’esperienza amministrativa di cui si è stato artefice: “In questa città la verità è quella che si scrive, non quella che accade. Basta pubblicare una sciocchezza e diventa verità”. Non sono mancate le stoccate a Laura Nargi, sua ex vice e ora sindaca uscente: “È più una X che una ex. Perché non si è dimessa? Perché è rimasta attaccata alla poltrona. La sua era un’ossessione. È rimasta prima cittadina, ma non è mai diventata davvero sindaca di questa città”. Prima di lui, sul palco, anche l’ex assessora Monica Spiezia ha attaccato Nargi, definendola “vittima e carnefice di se stessa e unica responsabile della caduta dell’amministrazione”. Al tavolo anche Ugo Maggio e Giovanna Vecchione, in prima fila i superstiti della sua squadra consiliare e gli ex assessori, riuniti sotto le bandierine di Davvero. Con tono trionfante, Festa ha poi dichiarato: “Il Re non è solo, anzi è in ottima compagnia. Il prossimo anno tornerò a fare il sindaco. Noi abbiamo la coalizione, il candidato e anche il sindaco”.
Sulla vicenda giudiziaria Dolce Vita: “La giustizia farà il suo corso. Noi avevamo il dovere di spiegare la verità. Abbiamo risparmiato 40 milioni di euro, è scritto nei bilanci. Mai contratto debiti fuori bilancio. Tutte le feste sono state pagate con fondi comunali. La nostra era un’amministrazione super, ci riproporremo e vinceremo”.
Sul fronte politico, ha annunciato di avere già pronte quattro liste civiche: “I miei gruppi indeboliti? No, li abbiamo bonificati. Chi vuole fare amministrazione con me deve rinunciare a prebende, non avere scheletri nell’armadio e non essere un faccendiere della politica. Quei consiglieri non erano degni”. Ha poi denunciato presunte pressioni su alcuni ex consiglieri: “Sono arrivate telefonate e offerte di lavoro. Chiedo al dottor Arcuri, direttore di Villa dei Pini: ha assunto qualche consigliere comunale? Prima o dopo il voto in Consiglio?”. Tra i pochi a salvarsi dalla sua requisitoria Rino Genovese: “È una persona perbene. Il ‘Patto per la Città’ invece è stato un ‘Pacco per la Città’. Non consegneremo Avellino al Pd di Ettore Iacovacci”.
Sulle Regionali: “Stiamo decidendo se essere presenti e poiché siamo alternativi a questo Pd e a Gubitosa non potremmo che farlo nel Centrodestra. Non è ancora sicura la nostra candidatura, abbiamo avuto tre proposte. Ho rivendicato la presenza della lista Davvero, sarebbe un accordo civico e stiamo valutando, ma la mia priorità è il Comune di Avellino”.
Infine: “Quando accusi Gianluca Festa di aver contratto debiti e di aver fatto le feste con i soldi del Comune per cui lo stesso ora è in fallimento, mi stai diffamando, calunniano e stai creando un allarme sociale e non te lo consento. Finché si criticano idee, va bene. Ma se le bugie mi denigrano, ho il dovere di far riportare la verità e anche di far comprendere che non si scherza con le persone. Io non ho mai detto una bugia a un giornalista per denigrarlo”.