Il 76enne originario della provincia di Avellino trovato cadavere presso il lago di Roffia a San Miniato, in provincia di Pisa, sarebbe morto a causa di un incidente o un malore.
L’uomo si sarebbe recato dunque al bacino di Roffia per alcuni lavori da effettuare al pontile, danneggiato dall’ultimo alluvione.
A riferirlo è il figlio dell’uomo originario di Conza della Campania che spiega: “Era un uomo che stava bene, lavorava e si dedicava ai lavori più piccoli, era sereno. Non aveva problemi o particolari preoccupazioni”.
Sul corpo dell’artigiano irpino, da tempo trasferitosi in Toscana, qui molto conosciuto e stimato, è stata disposta l’autopsia che la famiglia spera chiarirà almeno alcuni aspetti della vicenda.
“Siamo stati noi a rivolgerci ai carabinieri non vedendolo rientrare – racconta ancora il figlio – Abbiamo fornito tutti gli elementi utili, compresa la descrizione del furgoncino che è stato, appunto, individuato a Roffia nei pressi del bacino. Mio padre non sapeva nuotare. Quindi l’acqua gelida e le acque limacciose possono avergli teso, se caduto accidentalmente, una trappola fatale. Una cosa è certa: al bacino mio padre c’è andato per lavoro, aveva lasciato aperto il laboratorio ed era andato via con il furgone. Quindi doveva essere una cosa breve”.