Tornare a vedere il mondo a 102 anni. È successo a Romano Lovisa, classe 1908, testimone vivente della prima guerra mondiale e uno degli ultimi alpini reduci della seconda.
Un lavoro di squadra tra le unità operative di oculistica e di anestesia all’ospedale di San Donà di Piave ha permesso di restituire la vista all’ultracentenario che vive con la figlia a Concordia Sagittaria (Venezia): superata la soglia dei 100 anni aveva iniziato a perderla a causa della cataratta. Patologia peggiorata sino a portarlo quasi alla cecità e dunque alla mancanza di autonomia nella vita quotidiana.
CRAVATTA A PALLINI – «Con la perdita della vista il signor Lovisa aveva perso uno dei sensi, quindi la possibilità di vedere i propri figli, di mangiare e di muoversi in autonomia – spiega Emilio Rapizzi, primario di oculistica -. La sua vita si era notevolmente complicata.
Allora, con la volontà dei familiari, ci siamo assunti la responsabilità di portarlo in sala operatoria, nonostante la sua età di 102 anni potesse portare a complicanze di vario genere».
L’anziano è stato dunque sottoposto a un delicato intervento in anestesia generale, «perché, in assenza di vista, non collaborava». A distanza di qualche giorno dall’intervento Romano Lovisa vede di nuovo. Ma già appena tolti i bendaggi ha commentato l’abbigliamento di un medico che lo aveva operato: «Dottore, ha la cravatta a pallini».
Dopo una settimana il centoduenne è riuscito a leggere i titoli del suo periodico preferito: il notiziario degli Alpini.