Energie alternative: Italia prima al mondo per utilizzo del fotovoltaico

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Da quanto emerge dal rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), l’Italia è il primo Paese al mondo per l’utilizzo del fotovoltaico. Nonostante le difficoltà attraversate dal settore, dunque, l’Italia mantiene ancora il primato mondiale.

I dati emersi infatti confermano una posizione di rilievo del nostro Paese nel campo dell’energia pulita, ma questo soprattutto grazie alla rendita di posizione accumulata con lo sforzo compiuto in modo particolare tra il 2007 e il 2012.

L’Organizzazione intergovernativa dell’Ocse, che raccoglie ventinove tra i Paesi più industrializzati del mondo, ha presentato il suo report sul consumo di questa energia alternativa, e l’Italia si presenta prima con un consumo di energia solare che copre circa l’8% dei propri consumi energetici. A seguire, in seconda e terza posizione, rispettivamente Grecia e Germania, e poi Belgio e Giappone (intorno al 4%), Bulgaria, Repubblica Ceca e Australia (intorno al 3,5%).

Potenze come la Cina o gli Stati Uniti d’America sono solo rispettivamente alla ventunesima posizione con solo l’1% del suo fabbisogno coperto dal sole, e al venticinquesimo posto con meno dell’1%.

In linea generale, il rapporto parla comunque di una crescita della capacità produttiva mondiale del fotovoltaico nel 2015. Si è passati infatti a + 50 GW (gigawatt), arrivando ad almeno a 227 GW.

A prescindere dalle attuali posizioni in classifica, la crescita maggiore è stata registrata in Cina, con 15,3 gigawatt in più nel 2015, seguita da Giappone (11 GW), Usa (7 GW), Ue (7 GW) e India (2 GW). La regione Asia-Pacifico rappresenta da sola il 59% del mercato globale dell’energia solare.

Per quanto riguarda la situazione energetica italiana, invece, nonostante il primato raggiunto negli anni dal fotovoltaico, oggi le fonti tradizionali continuano comunque a produrre ben oltre la metà dell’elettricità che viene consumata (circa il 56,4%), soprattutto con il gas (33,9%) e il carbone (15,7%), mentre un ruolo secondario spetta al petrolio (5%).

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