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El.Ital, ancora niente di fatto al Mise. Assente il patron Massimo Pugliese

Nuovo nulla di fatto al Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza El.Ital.

Al tavolo odierno convocato nella Capitale il patron dello stabilimento di Pianodardine, Massimo Pugliese, non era presente.

“Siamo preoccupatissimi, auspichiamo una forte mobilitazione delle istituzioni ed un richiamo doveroso alla responsabilità alla proprietà” .

A darne notizia è il leader dei metalmeccanici irpini dell’Ugl, Antonio Oliviero, reduce dell’incontro accompagnato dai rappresentanti aziendali del proprio sindacato Luciano Collella e Carmine Marano.

“Il Piano presentato da Pugliese non convince neanche il Mise, figuriamoci se può dare speranze ai lavoratori”, dice Oliviero che aggiunge: “Lunedì 14 terremo una nuova assemblea con i lavoratori per verificare le possibili strade da seguire, al fine di scongiurare il fallimento dell’azienda. Tuttavia, ci attendiamo che la proprietà inizi a saldare le spettanze con i lavoratori, atteso che il Natale è alle porte, e che a pagare le spese della crisi dell’El.Ital non possono essere certamente le famiglie delle 99 tute blu”.

Intanto, per il giorno il 22 dicembre è stata indetta una nuova riunione presso il Mise. Si attende di capire se la proprietà ha intenzione di rivedere il Piano industriale presentato. Al momento appaiono davvero poche le speranze all’orizzonte considerato che i debiti accumulati dall’azienda ammontano a circa 60 milioni di euro.

“L’Ugl – chiude Oliviero – non farà mancare il proprio impegno in ogni sede per difendere le ragioni e la dignità dei lavoratori, anche perché la chiusura dello stabilimento di Pianodardine costituirebbe l’ennesima tegola sulla testa della già provata economia della provincia di Avellino”.

Era presente per la Fim Cisl Luigi Galano che in una nota ha riferito: “Il Ministero e il sindacato non si rendono disponibili ad avallare ambigue operazioni di trasferimento di ramo d’azienda e bocciano la possibilità di sottoscrivere la procedura dell’art. 47. Soprattutto in considerazione del fatto che non sono ancora stati onorati i pagamenti delle spettanze dovute ai dipendenti e, ad oggi, non esiste un piano industriale”.

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