E’ Stefano Sacripanti, detto Pino, l’MVP della Sidigas Avellino

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Dunque Stefano Sacripanti, detto Pino.

E no, state buoni: non si tratta di un pezzo di analisi o commento su quanto è stato e su quanto poteva essere, su quei dettagli che poi alla fine hanno fatto pendere la bilancia di un equilibratissima serie in favore della meglio posizionata in regular season, su quelle palle recuperate e sui zeri punti segnati, su quel lancio troppo lungo per il braccio di Nunnaly, su quel fattore campo mai saltato e su quanto fosse stato bello giocare una serie scudetto.

Figuratevi che in questo pezzo di Reggio Emilia non si parlerà proprio.

Più che altro si parlerà di quel coro: “Avellino, Avellino, Avellino” che ha saputo riunire sotto la stessa bandiera un intero popolo, fatto di giovani e di anziani, di ultras e di occasionali, di appassionati di basket, ma anche di calcio, tutti a seguire le gesta del roster di Pino.

Ad Avellino la gente è così: legata a doppio filo alla propria terra, perché questa non è solo una città ma un modo di essere. E’ questo Pino lo ha capito, tanto da immedesimarsi anche lui in questo ambiente, tanto da voler festeggiare anche lui una vittoria in quei luoghi dove la movida brinda ad un successo o cerca consolazione dopo una sconfitta.

Vedendolo lì dopo Gara-6 abbiamo potuto fare outing: lui è uno di noi, un canturino trapiantato in Irpinia. E il popolo avellinese apprezza particolarmente chi ha voglia di andare oltre, di arrivare fino in fondo.

E’ lui l’idolo delle piazze e del web, più dello stesso MVP. Il Most Valuable Player di questa serie ha 0.0 punti, 0.0 rimbalzi e 0.0 assist di media a partita, ed è riuscito a disegnare un percorso straordinario, fatto di dodici vittorie di fila in stagione, ha spiegato al più agricolo calciofilo cos’è il basket, superando ogni colore, ideale od odio territoriale. Ci vuole curiosità per entrare nel cuore degli irpini, ma poi in quel cuore ci resti.

E in quel cuore resta l’orgoglio di un sogno infranto ma che ne avvera un altro, chiamato Europa. L’approdo in semifinale significa per questo gruppo la fase a gironi della Champions Leaguer Basketball, la competizione europea nata per volontà della Fiba dopo lo strappo con l’Euroleague. Altro capitolo, altra storia…

di Renato Spiniello.

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