Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Giuseppe Antonio Donatiello dirigente provinciale del Pdl:
“Egregio direttore la prego di pubblicare la presente nota a chiarimento della mia posizione rispetto alla nascente “associazione politico culturale interna al PDL” pubblicizzata sul Vs. quotidiano on line.
Come riportato nella nota da voi pubblicata, ho partecipato, insieme agli amici dei comuni indicati, agli incontri tenutosi ad Atripalda e a Venticano, dove gli stessi ,che facevono parte dell’associazione “SUD Europa”, dopo un periodo di disimpegno politico, dovuto alle vicende che hanno accompagnato il passaggio dell’On. Gargani tra le file dell’UDC, hanno manifestato la volontà di riprendere l’attività politica all’interno del PDL, ma con struttura organizzativa associativa a sfondo politico culturale. La mia posizione nei due incontri è stata estremamente chiara e non in linea con la formula asoosciativa all’interno di un organismo politico che è il “partito”. Prima di ogni esplicitazioni a riguardo, una doverosa osservazione, anche e soprattutto per rispetto dell’On. Gargani, del quale sono convinto che non ha mai pensato di avere dei “seguaci”.
A cio voglio rappresentare che non sono mai stato e non mi sono mai sentito un “seguace” dell’On. Gargani, questo per diverse ragioni che si riconducono, essenzialmente, a radici politiche diverse (la mia di area socialista) e al mio lungo impegno nel partito come dirigente territoriale e provinciale; chi ha pensato o pensa che io sia stato un “apostolo” dell’On. Gargani, è stato ed è o un miope o un limitato politico.
Il rapporto politico con l’On. Gargani è stato sempre basato sul rispetto delle reciproche “provenienze”, che hanno trovato una sintesi nell’azione politica, prima in F.I. e successivamente nel PDL; la stima reciproca è stata e continua ad essere sempre alta, e va al di la delle recenti appartenenze politiche. Nel merito, come dirigente provinciale del PDL, ho espresso soddisfazione per la manifesta volontà di una ripresa dell’impegno politico nel PDL da parte degli amici, ma, negli incontri su citati, ho loro rappresentato di non condividerne la forma. Ritengo, innanzitutto, visto i trascorsi di buona parte dei presenti, che la formula associativa per “contare di più nel partito” non ci è propria; l’impegno politico continuo sul territorio restituisce lo spazio politico dovuto ed emargina queste soluzioni che hanno avuto nel passato, ed hanno nel presente, il solo obiettivo ottenere rappresentanza, sulla carta, negli organismi del governo politico. Negli incontri, una buona parte dei presenti ha condiviso questa mia riflessione. Ritengo inoltre, avendo trovato l’unanime condivisione, che l’iniziativa politica, che bisogna rilanciare, deve coinvolgere, ai vari livelli, simpatizzanti, aderenti, dirigenti locali e provinciali del partito su problematiche che investono il territorio. Il partito, nelle varie forme rappresentative, deve essere presente sui problemi, a fianco dei nostri amministratori nella loro quotidiana azione politica-amministrativa, mettendo a disposizione tutte le risorse a disposizione ai vari livelli provinciali, reginali e nazionali. La presenza sul territorio, non passa attraverso una inflazionata “associazione politico-culturale”, ma attraverso un continuato impegno organizzato su problematiche che investono micro aree, come i collegi provinciali, medie aree, come i collegi uninominali, e macro aree quale l’intera provincia.
L’impegno politico deve essere proteso alla presa in carico, con risoluta soluzione, dei bisogni collettivi delle piccole comunità e delle aree più estese, nell’affrontare problemi, con decisione e chiarezza politica, come in alcuni casi è stato fatto, su questioni come la sanità, il lavoro, l’ambiente, l’energia alternativa come momento di sviluppo socio economico, la formazione dei giovani, e il promuovere progetti di sviluppo che incontrano la richiesta di lavoro giovanile. Su queste cose , e sulle risposte che sappiamo dare, si misura l’azione e l’impegno politico individuale, degli organismi del partito, dei nostri rappresentanti istituzionali e delle istituzione da noi governate.
Il ciclo dell’unicità del mandato di rappresentanza senza responsabilità è tramontato, il fregiarsi di posizioni dirigenziali che non riscontrano il dovuto impegno e il necessario confronto è ormai in visa nell’area del PDL; a cio l’invito agli amici di non “ghettizzarsi” in una generalizzata associazione per portare avanti, insieme, un impegno politico, tutto interno al partito, che sappia coniugare un reale radicamento sul territorio con la partecipazione e la crescita di una classe dirigente.
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