“Vi auguro di non perdere la passione e la forza. Non venga mai meno il coraggio di buttare la nostra vita sempre un passo più in là. La vicinanza ai parenti delle vittime innocenti di mafia, la cultura e l’educazione alla legalità, la confisca e il riutilizzo sociale dei beni delle mafie sono cosa nostra”. E’ il messaggio rivolto in mattinata agli studenti irpini radunati nell’auditorium dell’Istituto d’Arte “De Luca” da Don Luigi Ciotti.
Il fondatore di Libera, l’associazione contro le mafie, ha sottolineato l’importanza delle cosiddette tre “c”: continuità, condivisione e corresponsabilità. “Il problema non è solo chi fa il male – ha spiegato – ma quanti guardano e lasciano che si faccia il male. La strada che abbiamo di fronte è molto in salita, c’è da sconfiggere la mancanza di profondità”. Si tratta di un vero e proprio “peccato”: “C’è troppo sapere di seconda mano, è la cultura che dà la sveglia alle coscienze, senza conoscenza non può esserci responsabilità”.
A pochi giorni dall’assurda strage di Brindisi, Don Ciotti ha non ha risparmiato un passaggio particolarmente significativo sulla vicenda: “Ho avuto un brivido nel vedere quei pezzi di carne a terra e immediato il pensiero è andato alle parole di Antonino Caponnetto che diceva la mafia teme la scuola più della la giustizia, la mafia prospera sull’ignoranza della gente, sulla quale può svolgere opera di intimidazione e di soggezione psicologica : solo così la mafia può prosperare”.
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