Avellino – L’Associazione Agorà chiude gli incontri dedicati al sisma dell’80. L’occasione è stata organizzata dall’Associazione Agorà per domani 27 novembre a Pratola Serra, presso l’Oratorio, alle ore 17,30 nell’ambito dell’itinerario culturale: A volte, ieri, domani, sarà la presentazione del poemetto di Domenico Cipriano dal titolo “Novembre”, edito da Transeuropa. L’incontro sarà anticipato da un video ispirato ai testi, curato da Anna Ebreo e Federico Iadarola, per le musiche di Fabio Lauria e Vito Rago e la voce di Enzo Marangelo.
A discutere con l’autore saranno il critico letterario Enzo Rega, il presidente del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud Paolo Saggese e il direttore dei Quaderni di Cinema Sud Paolo Speranza, introdotti da Raffaele Barbieri.
Una raccolta di poesie sofferte, che parlano del sisma dell’80, dell’Irpinia, della sua gente, di ricordi, di ricostruzione, di futuro. Un libro di grande spessore e originalità, che si avvale della prefazione del Prof. Antonio La Penna, che così scrive: “I numeri dei versi corrispondono a un jeu de chiffres: le strofe sono 23, perché la data del terremoto è il 23 novembre; ciascuna strofa è di 7 versi e il prologo è di 34, perché il terremoto scoppiò alle 7 e 34; l’introduzione poetica è di 11 versi, perché novembre è l’undicesimo mese dell’anno. Credo che sia ben difficile trovare, nella poesia di oggi, qualche cosa di analogo o affine. Senza avviarci in una ricerca di esito incerto, diciamo che l’architettura è una traccia paradossale del terremoto, che di architetture ne ha distrutte moltissime”. Scrivere è un mezzo efficacissimo per cogliere i battiti e le paure della vita. Così, attraverso la parola, Cipriano sveste un sentire primordiale del tempo, che si delimita e si concretizza. Un sentire che vive in un’altra forma: la speranza. Quest’ultima, con l’abbandono ai ricordi, appaiono come due rotte di tempo, di rette verso il futuro e verso il passato. Tuttavia, se si dimentica il tempo lineare, la differenza tra le due scompare, e si genera il trasloco dalla percezione. A questo punto la scrittura gioca un ruolo cruciale, perché essa si incarica di unire la riva del passato con quella del futuro. Afferma Domenico Cipriano in un’intervista rilasciata ad Antonietta Gnerre: “La letteratura celebra anche eventi che lasciano tracce indelebili nella vita di una comunità. Chi scrive, soprattutto poesia, cerca di recuperare quell’emotività perduta, il sentimento contro il sentimentalismo falso che ci è sempre più trasmesso in questi anni. Una ferita aperta può essere l’occasione di ripercorrere e vivere con più coerenza la nostra breve esistenza, dobbiamo farne esperienza, per comprendere la forza emotiva che ci anima e che non dobbiamo perdere, la poesia aiuta anche a questo, a non perdere la nostra capacità di sentire ciò che viviamo”.
Alla pubblicazione di Domenico Cipriano si accompagna un lavoro musicale, il CD di Pippo Pollina dal titolo “Ultimo Volo – orazione civile su Ustica”, realizzato per ricordare quell’immane tragedia con lo sguardo inedito dell’unico personaggio in possesso della verità: il Dc9 Itavia, che si inabissò tra le isole di Ustica e Ponza. Un’opera coinvolgente, in perfetto equilibrio tra musica, teatro e narrazione, per cercare ancora la verità e perché Ustica non sia mai dimenticata. Alle letture, affidate alla voce recitante di Manlio Sgalambro (il filosofo noto anche come paroliere di Franco Battiato), si intrecciano le canzoni e le musiche di Pippo Pollina, accompagnato dal Palermo Acoustic Quartet e dagli archi della Filarmonica “Arturo Toscanini”. L’iniziativa è in collaborazione con il Traseuropa edizioni.