AVELLINO- “Vi scasso la faccia se entratw in cella”. Alla fine pero’ il 19 marzo del 2024 gli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Avellino nella camera numero 6 del Reparto di Alta Sicurezza erano entrati e nonostante il tentativo di brandire anche un tavolino per usarlo contro di loro da parte di un detenuto, avevano scoperto che deteneva un telefonino di ultima generazione, nascosto sotto un materasso, con il quale avrebbe anche realizzato dirette sui social. Il giudice monocratico di Avellino, accogliendo la richiesta della Procura, ha condannato lo stesso ad un anno e due mesi di reclusione per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti e resistenza a pubblico ufficiale. L’ imputato era difeso dall’avvocato Carmine Raffaele, che aveva anche chiesto se ci fosse solo il detenuto in quella camera. Prima della chiusura dell’istruttoria dibattimentale, in aula erano stati ascoltati anche gli agenti della Polizia Penitenziaria intervenuti quella mattina per la perquisizione. Non era tra l’altro il primo sequestro operato dalla Penitenziaria nei suoi confronti
Dirette social dalla cella, minacciò agenti per evitare il sequestro del cellulare: condannato
