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Romei non accoglie in blocco tutte le istanze della neonata realtà politica. La sua voce, un po’ fuori dal coro, in alcuni passaggi ha rimarcato la mancanza di equità, di peso politico, in seno al movimento fondato da Ciriaco De Mita, tra la componente cattolica e quella popolare. Il suo è un rimprovero alle “logiche padronali” che, se non abbandonate, porteranno alla morte di questo progetto pur essendo ancora alla fase embrionale.
Dal giorno del battesimo della Costituente di Centro, non sono avvenuti fatti politici direttamente collegati al movimento ma Romei ‘denuncia’ alcuni episodi collaterali che in un certo qual modo andrebbero a ripercuotersi sugli equilibri dello stesso: “I recenti accadimenti nelle Comunità Montane portano alla luce uno sbilanciamento tra le due compagini politiche. È evidente come la componente popolare ricopra un peso maggiore e questo non è accettabile”. Insomma Romei ci tiene a mettere da subito i puntini sulle i “perché – dice – l’Udc non ha nessuna vendetta da consumare, venendo da una storia diversa”.
Emerge quindi dall’intervento di Romei una Costituente di Centro per il momento lontana dalla monoliticità attesa, dove si consumano ragionamenti sdoppiati dalle duplici logiche delle diverse provenienze politiche. Ma la Costituente di Centro è ancora un “embrione” e il lavoro da fare è ancora tanto.
Da un pulpito diverso ma conforme a quanto analizzato da Romei, arriva l’intervento di Tommaso Barbato, segretario regionale dell’Alleanza di centro per la Libertà che punta l’indice sulla stessa “disomogeneità politica” anche nella provincia napoletana: “L’Udc è un partito alla sbando in cui regna l’anarchia. Ancora una volta – dice Barbato – è stata confermata la nostra analisi politica: nello scudocrociato esiste un doppio binario tra l’Udc e i popolari di De Mita. L’ex presidente del Consiglio presenta il candidato presidente per le provinciali di Napoli per l’Udc, il rettore Ferrara, senza la partecipazione della dirigenza partenopea dello scudocrociato”. “Lo stesso segretario Testa – aggiunge Barbato – evidenzia proprio le contraddizioni di De Mita che a Napoli fa fughe in avanti annunciando corse solitarie per le provinciali, mentre ad Avellino continua a flirtare con il Pdl”.