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De Luca disponibile a incontrare Fico: “Ma non ho voglia di ascoltare scemenze”

“Fico mi vuole incontrare? Chi vuole parlare con me trova piena disponibilità, ma non ho voglia di ascoltare scemenze”. Lo ha dichiarato questo pomeriggio il governatore campano Vincenzo De Luca in visita all’area Pip di Serino, dove sono stati inaugurati diversi hub di imprese locali: dalla produzione di pasta fino alle componenti aerospaziali.

Il Presidente della Giunta Regionale ha commentato anche la situazione del Centrodestra, definendola “un’anomalia totale e non solo in Campania. Alla vigilia delle elezioni, non hanno né un programma né un candidato. Non si capisce chi debba rappresentarli. Il centrodestra campano è fatto di sfrantumati: non si capisce dove si voglia andare”.

Poi, sulla visita nel comune della Valle dell’Irno: “Un’iniziativa molto positiva, sia per la valorizzazione sia per l’artigianato locale. Cercheremo di sostenerli per quanto possibile, sperando che questo squinternato presidente americano si calmi con i dazi. I dazi rischiano di avere una ricaduta sull’economia campana, particolarmente legata alle esportazioni verso gli Stati Uniti: quasi il 10% delle nostre esportazioni è diretto in America. I due settori più colpiti sono l’agroalimentare e la farmaceutica, in parte anche la meccanica, ma soprattutto agroalimentare e farmaceutica rischiano un danno molto pesante con i dazi americani”.

Tornando invece alle elezioni regionali, De Luca ha sottolineato alcune criticità: “La prima riguarda la totale assenza dei cittadini, degli elettori, nelle scelte. L’immagine che ne emerge è un ritorno alla politica politicante: ci si incontra a Roma e si procede con la distribuzione delle candidature. Questo non va bene, è un arretramento dal punto di vista della vita democratica.

C’è stato in passato un tentativo con le primarie. Non è un meccanismo perfetto, ma consentiva un coinvolgimento e una partecipazione dei cittadini. Invece oggi questi criteri sono saltati completamente e assistiamo a una centralizzazione totale delle scelte.

Un altro elemento grave è che si discute a prescindere dai programmi. È incredibile. E su questo la grande stampa nazionale, salvo rare eccezioni, è totalmente assente. È clamoroso che i commentatori politici non rilevino il fatto che si prendono decisioni a prescindere dai programmi.

Ci si candida a governare la Campania per fare cosa? Stiamo parlando della seconda regione d’Italia e ancora non sappiamo per fare che cosa. Mi auguro che almeno si continui in piena coerenza con quanto abbiamo fatto noi. Ho sentito qualcuno parlare di “rinnovamento”. In Campania abbiamo un equilibrio politico che va analizzato nella sua realtà.

Dalle scorse elezioni regionali è emerso questo quadro: 5 Stelle al 9%, De Luca al 70%. Dunque, chi deve “rinnovare” è chi ha il 9%, non chi ha il 70%. Quel 9% deve riflettere su come elaborare politiche e programmi capaci di conquistare il consenso della maggioranza dei cittadini.

Siamo comunque con i lavori in corso. Mi auguro che, almeno in questi ultimi giorni, si arrivi a un programma serio, non cervellotico, che affronti temi come l’ambiente e la lotta alla povertà. La Campania, in queste settimane, è stata ricordata come all’avanguardia proprio nel contrasto alla povertà e nel sostegno ai più deboli.

Abbiamo adottato misure uniche in Italia: trasporto scolastico gratuito, raddoppio delle pensioni minime durante il Covid, bonus per le famiglie con il primo e il secondo figlio, sostegni per le attività sportive dei bambini fino a 15 anni. E poi il lavoro: lo abbiamo creato.

Tremila giovani hanno trovato occupazione grazie al concorso pubblico bandito dalla Regione Campania durante il Covid, un concorso senza porcherie, e questo, in Campania, è una rivoluzione. Altri tremila posti di lavoro sono stati creati nelle aziende di trasporto, come l’AIR ad Avellino e l’EAV a Napoli. Politiche per il lavoro, sostegno alle famiglie e lotta seria alla povertà, fornendo servizi concreti e non indulgenza al clientelismo.

Mi auguro che almeno in questi ultimi giorni si arrivi a un programma chiaro, nell’interesse della Regione, e che non si perda lo stile che abbiamo introdotto: una vera rivoluzione democratica.

Cerchiamo di non perdere quanto fatto – conclude De Luca –. In Campania bastano due mesi di “Carnevale politico” per precipitare di nuovo nella palude del passato”.

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