Dal 22 ottobre l’escalation di attentati… 4 episodi in soli 5 giorni

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Cervinara – Da fine ottobre l’escalation di attentati ha fatto tornare la paura in Valle Caudina: a Cervinara e a Rotondi, comuni presi di mira dalla criminalità locale con diversi episodi di chiara matrice intimidatoria.
Tutto è cominciato il 22 ottobre quando una bomba carta è stata fatta esplodere a Cervinara in via Bizzarro, nei pressi di alcune attività commerciali: una deflagrazione che, fortunatamente, non ha causato danni agli esercizi commerciali. A distanza di tre giorni il secondo attentato. Questa volta l’obiettivo è stato chiaro: nel mirino dei malviventi una vetreria sita nella zona industriale di Cervinara. L’ordigno, che era stato sistemato dinanzi all’entrata dell’azienda, al momento dell’esplosione ha danneggiato l’ingresso e parte della copertura della vetreria. Dopo due giorni il terzo. Sempre a Cervinara, una bomba carta è stata fatta esplodere, nella notte, dinanzi all’ingresso principale di un negozio di abbigliamento – merceria nella centralissima via Roma.
Tre episodi, di chiara matrice dolosa, che hanno fatto ripiombare nel terrore la popolazione a tal punto che i Sindaci della Valle Caudina hanno chiesto un incontro in Prefettura con il Comitato per l’Ordine e la Pubblica Sicurezza. Un vertice al termine del quale il Prefetto Ippolito ha istituto una vera e propria task-force di tutte le Forze di Polizia della provincia, per avviare un’attività investigativa sinergica. Un’operazione che oggi, a distanza di poche settimane dall’ultimo attentato, ha assicurato alla giustizia uno degli autori degli attentati, Giuseppe Piccolo 40enne pregiudicato di Rotondi e affiliato al Clan Pagnozzi.
Mentre l’attività investigativa procedeva, il primo novembre, l’attenzione dei malviventi si è spostata di pochi chilometri: il quarto attentato, infatti, si è verificato a Rotondi dove una bomba carta è stata fatta esplodere dinanzi ad un negozio di articoli sportivi. Quattro episodi criminosi che si sono consumati in cinque giorni. Tutti dello stesso tipo e tutti sullo stesso territorio. E in Valle Caudina è ritornata la paura. I proprietari delle attività finite nel mirino della criminalità, hanno sottolineato di non aver mai ricevuto minacce. E non sono riusciti a fornire alcun particolare utile alle indagini. Ma Polizia e Carabinieri continuano a seguire la pista intimidatoria che ha già portato i primi risultati. (emil.bol.)

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