Arriva la sentenza per il crac Oliit spa. Più di 38 anni di reclusione è la somma delle condanne per concorso in bancarotta fraudolenta emesse dal Tribunale di Ivrea nei confronti dei dirigenti. La Oliit spa è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Ivrea il 19 ottobre 2004, mentre la 3L Trading il 16 dicembre 2005. La condanna più pesante (sei anni e sei mesi di reclusione) è stata inflitta all’amministratore unico di entrambe le società, l’imprenditore Luigi Luppi, 49enne di Poviglio (Reggio Emilia). L’altra condanna di rilievo è per l’imprenditore irpino Massimo Pugliese, socio di maggioranza della societá Maxfin coinvolta nella vicenda. “Questa sentenza è la prova che, in Italia, un semplice caso di omonimia può far scaturire ipotesi fantasiose che portano addirittura ad una condanna, anche se solo in primo grado. Voglio sottolineare – scrive Massimo Pugliese – che questo processo mi vede coinvolto in modo assurdo. Il tutto, nei miei confronti, nasce da una perizia di parte emessa da un “professionista” (verso il quale i miei legali stanno già lavorando per presentare una querela) per conto della Procura della Repubblica di Ivrea (TO). Ebbene, tale perizia risulta essere per alcuni punti, oltre che erronea, totalmente falsa ed in particolar modo, per quello che mi riguarda, quando un semplice caso di omonimia (Pugliese), tal Francesco Pugliese (non solo non mio parente ma a me totalmente sconosciuto) viene indicato come mio parente. Infatti, la perizia di parte recita testualmente quanto segue: “Le ultime affermazioni parrebbero però essere in contrasto con le persone che hanno formalmente la direzione della MCB Inc., posto che nella controllante della 3l Trading Srl, oltre al sig. Broder Max, figura anche il sig. Francesco Pugliese, parente del sig. Massimo Pugliese”. Altra cosa strana di questa sentenza è che, nonostante la condanna inflittami, i giudici solo nei confronti della mia persona non hanno concesso la provvisionale, così come richiesta dalle parti civili, concedendola, invece, agli altri condannati. Questo fatto, fa pensare che sia stata emessa una condanna, di primo grado, dove i giudici abbiano adottato un comportamento di cerchiobottismo nei miei confronti emettendo una condanna senza concedere la provvisionale. Avverso tale assurda sentenza presenteremo, appena verranno rese note le motivazioni, immediato appello confidando totalmente nella giustizia attraverso i prossimi gradi di giudizio che mi vedranno di sicuro scagionato”.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it