Un’iniziativa personale, non una proposta di governo, perché, spiega il titolare dell’Attuazione del programma, “…le unioni civili non fanno parte del programma di governo e non saranno realizzate da questo esecutivo”. Ma per Rotondi c’è “da legiferare in ordine a un fenomeno che non è marginale e che riguarda le persone che a vario titolo convivono”. Rotondi anticipa le linee generali come “l’assistenza in caso di malattia, la successione, i diritti relativi all’alloggio, insomma tutti i diritti che rendono il convivente prioritario rispetto ai parenti e che per ora non esistono”. Va senza dire che sulla questione si è aperta una vera e propria contesa. Bene per il Pd che, attraverso le parole del deputato Anna Paola Concia, spera non resti solo un annuncio. “Un segno di maturità politica e civile”, dice Benedetto Della Vedova, del Pdl. Perplesso l’Udc che con Maurizio Ronconi afferma: “Le coppie di fatto non potranno mai rivendicare i diritti delle famiglie tradizionali perché non hanno avuto il coraggio di assumere gli stessi doveri”.La proposta non è piaciuta al sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi. ”Ribadiamo, insomma, quanto piu’ volte ripetuto in campagna elettorale: in questa legislatura – ha dichiarato il sottosegretario – non c’e’ tempo da dedicare ad un nuovo, sterile tentativo di introdurre nel nostro Ordinamento formule matrimoniali di serie B, che si mettono in concorrenza con il modello esclusivo previsto dall’art. 29 della nostra Carta costituzionale”.