I carabinieri della Stazione di San Martino V. C. hanno tratto in arresto due giovani 22enni del posto, di cui uno assolutamente incensurato. Il reato contestato ai giovani, in concorso tra loro, è quello previsto e punito dall’articolo 73 del D.P.R. 309/90 (il testo unico sulle sostanze stupefacenti e psicotrope), che contempla proprio la condotta di produzione di sostanze stupefacenti, che in questo caso si concretizzava in ben 10 piante di cannabis indica, che erano state piantate sul monte Mafariello. Il risultato non è peraltro stato conseguito dai carabinieri sammartinesi in modo facile, visto che la piantagione di cui sopra era stata collocata proprio in mezzo alla montagna, in una zona denominata contrada “Ciesco-Melelle” del monte Mafariello, fuori da sentieri convenzionali. L’operazione è di fatto scattata dieci giorni fa quando i carabinieri di San Martino hanno eseguito un sopralluogo della zona, costatando – dopo non certo brevi peregrinazioni della montagna – l’effettiva presenza di n. 10 piante di cannabis indica, già alte circa 1 metro e ancora in crescita, poste peraltro in coltivazione in una zona di terreno ben curato e dissodato, privo di erbe infestanti e delineato con alcuni tronchi di albero. La zona si presentava umida come se fosse stata da poco annaffiata e nelle immediate vicinanze vi erano alcuni alberi con dei rami tagliati di netto, operazione di certo praticata ad hoc per permettere alla luce solare di giungere alle medesime piante, che erano chiaramente circondate da alberi ad alto fusto. Visto quanto accertato, i carabinieri decidevano di effettuare immediatamente degli specifici servizi di osservazione, controllo e pedinamento, finalizzati a identificare i responsabili della coltivazione e condotti vestendo abiti mimetici, nascosti sulle montagne alle intersezioni dei vari sentieri e lungo la strada – non battuta o segnata – che portava nella zona della piantagione. I militari della Stazione di San Martino Valle Caudina hanno finalmente notato due ragazzi, di circa vent’anni, che s’incamminavano per il sentiero montano che porta alla piantagione, avendo per giunta al seguito due taniche d’acqua e altri oggetti atti alla coltivazione del terreno. Avuta la certezza che i due giovani stavano prendendo proprio la direzione della piantagione, uno dei carabinieri ha iniziato a seguirli in maniera nascosta e defilata, osservando ogni loro azione, avvertendo contemporaneamente via radio gli altri commilitoni – già appostati nei pressi della piantagione – dell’imminente arrivo dei due soggetti sospetti. I due giovani sono quindi effettivamente arrivati dinanzi alla piantagione di cannabis e, del tutto ignari di esser stati pedinati e di essere in quel momento osservati, iniziavano indisturbati le loro operazioni di pulizia e annaffiamento del terreno, aiutandosi con una spatola e una falce, preoccupandosi amorevolmente della crescita delle piantine, anche osservandone attentamente e da vicino, l’impollinamento e le efflorescenze (dalle quali si ricava chiaramente lo stupefacente). A quel punto, i militari bloccavano i due. Mentre i giovani venivano condotti al Comando Stazione Carabinieri di San Martino Valle Caudina per il prosieguo delle attività investigative, altri militari procedevano ad estirpare le piante dal terreno, sottoponendole a sequestro probatorio. Inoltre, durante le successive attività di perquisizione presso le abitazioni, a casa di uno dei giovani veniva pure rinvenuto un cosiddetto “tritino”, utilizzato proprio per la preparazione delle canne. Infine, per avere anche la certezza tecnica che le piantine rinvenute fossero davvero capaci di produrre dello stupefacente, si procedeva sia all’esame al “narco-test” che alla consulenza di un agronomo, il quale non solo confermava senza ombra di dubbio che si trattasse di piante del genere “cannabis indica”, ma aggiungeva anche che il persistente e penetrante odore da esse emanato era un chiaro e inequivocabile segno dell’alta percentuale di cannabinoidi presente nelle stesse. A quel punto, in accordo con il sostituto procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Avellino – dott.ssa Teresa Venezia – i due 22enni venivano tratti in arresto e, al termine delle formalità di rito, accompagnati presso la Casa Circondariale di Avellino – Bellizzi Irpino, ove dovranno permanere in attesa del rito di convalida e le successive procedure legate al processo penale cui dovranno esser sottoposti. Il Laboratorio Analisi Scientifiche dei Carabinieri di Salerno effettuerà le dovute indagini merceologiche sulle piantine, onde stabilirne principio attivo e dosi ricavabili, ma già è certo che i due giovani volevano ricavarne sia marijuana (dalle foglie) che hashish, vista la presenza di 2 piante femmine, dalla cui infiorescenza si origina l’hashish.
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