COGLIONI

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Cambia il linguaggio della politica. Ubriaco, frocio, delinquente politico, bambini bolliti, idiota e da poco …coglioni. Appartengo anch’io alla categoria dei coglioni e me ne vanto. Anzi, orgoglione. Una volta giravano le palle se qualcuno aumentava le tasse, oggi se le riduci o prometti di farlo, sei un coglione se giri le… spalle . Dobbiamo ringraziare il Cavaliere, che si è dimostrato ancora una volta il comunicatore per eccellenza che tutti conosciamo. Finalmente da ieri, gli italiani hanno ritrovato l’identità smarrita. Basta passeggiare e ritrovare un vecchio amico e il saluto diventa spontaneo: non più, “Ciao, come stai”, bensì, “ Ciao, anche tu sei un….?”. L’Italia è bella anche per questo. Nasceranno le unità locali di coglioni e coglionazzi, nuovi dizionari più schietti e sullo stile del Boccaccio, nuove virilità da contrapporsi alla crisi del maschio, e nuove tendenze che daranno a Cesare quel che è di Cesare. L’epiteto è finalmente uscito allo scoperto, e siamo sicuri, farà tendenza per le prossime vacanze al mare. Da lamento esistenziale, a cultura di massa. Forcella, la capitale del commercio napoletano e non solo, ha già iniziato a “stampare” cappelli, magliette, adesivi e portafortuna. Qualcuno, farà a meno di laureati esperti in marketing ed ha già in mente di aprire catene gastronomiche con il marchio famoso. Ritornando alla politica, il linguaggio forse accattivante del Cavaliere più noto come “ il signor mi consenta” appare come un autogol i cui riflessi si conosceranno ad urne chiuse nel pomeriggio del 10 aprile. E’ netta la sensazione, che vince sempre la dialettica e la grammatica del rispetto: insomma, meglio furbi e pazzi, che grulli e coglioni.

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