SAN PAOLO BELSITO/MARZANO DI NOLA – Processo lampo per i presunti boss e gregari di primo piano del clan Sangermano. La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha chiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Napoli Fabrizio Finamore il decreto di giudizio immediato nei confronti di dieci indagati nell’ambito del blitz scattato a novembre scorso ed eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna e dalla Dia di Napoli. A firmare la richiesta di giudizio immediato il Procuratore Aggiunto Sergio Ferrigno e i pm Antimafia Antonio D’Alessio e Simona Rossi. Uno stralcio che riguarda le posizioni apicali e gli indagati per cui è arrivata la conferma della misura cautelare sia da parte del Tribunale del Riesame che in parte dalla Cassazione. L’udienza davanti al Collegio C del Tribunale di Nola si svolgerà il prossimo 14 giugno.
GLI IMPUTATI
Il decreto di giudizio immediato riguarda le posizioni di Agostino e Nicola Sangermano, ritenuti i vertici del Clan omonimo fino all’agosto del 2021 detenuti e difesi dai penalisti Raffaele Bizzarro, Nicola Quatrano e Gennaro Pecoraro, Sangermano Michele, detenuto agli arresti domiciliari e difeso da Giuseppe Della Monica e Andrea Imperato, Buonincontri Giuseppe difeso dagli avvocati Francesco Picca e Pasquale Napolitano, Luigi Vitale, detenuto e difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero. Sepe Onofrio, detenuto e difeso da Raffaele Bizzarro, Sepe Salvatore, detenuto e difeso da Raffaele Bizzarro e Giovanna Russo, Nappi Paolo, difeso da Raffaele Bizzarro e Marco Massimiliano Maffei, Mercogliano Ezio, detenuto e difeso da Raffaele Bizzarro e Vittorio Corcione, il commercialista agli arresti domiciliari dopo il Riesame Muto Clemente, difeso dagli avvocati Giovanni Pignatelli e Antonio Del Vecchio. Per Muto i magistrati del Tribunale del Riesame di Napoli hanno riqualificato il capo di imputazione in concorso esterno in associazione a delinquere. Per tutti gli altri indagati raggiunti dalla misura cautelare (annullata dal Riesame prevalentemente per l’attualità delle esigenze cautelari) ci sarà invece un’udienza preliminare in cui si dovrà decidere se andranno o meno a giudizio.
LE ACCUSE
Trentaquattro capi di imputazione contestati a vario titolo dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a vario titolo nei confronti dei dieci imputati. A partire da quella di associazione a delinquere di stampo mafioso contestati a nove dei dieci imputati (per Muto Clemente contestato concorso esterno come professionista di fiducia dei fratelli Sangermano). Ci sono anche le estorsioni per imporre la fornitura di mozzarelle ai locali, illecita concorrenza con minaccia e violenza contestata al solo Nicola Sangermano per le forniture imposte ai titolari di imprese. Contestata anche la serie di estorsioni per accaparrarsi terreni nell’alto casertano.
VENTICINQUE PARTI OFFESE E QUATTORDICI PENTITI
Quattordici i collaboratori di giustizia che i magistrati dell’Antimafia hanno chiesto di ascoltare in aula. Da Carmine Alfieri, boss della Nf a Pasquale Galasso, ai fratelli Luigi e Fiore D’Avino. Ci sono anche i collaboratori del Vallo di Lauro Felice Graziano, Antonio Scibelli e le dichiarazioni del collaboratore Aniello Acunzo (deceduto nel 2021). Altri collaboratori sono Massimo Pelliccia, Francesco D’Avanzo, Luigi D’Ambrosio, Ciro e Marcello Di Domenico e Pasquale Fiorillo, Ambrosio Luigi e De Martino Salvatore. Venticinque le parti civili che sono state indicate dalla Dda di Napoli.