Cinipide: Il punto dei consiglieri di Serino Nicola e Abele De Luca

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I consiglieri comunali di Serino De Luca Abele e De Luca Nicola come già fatto in Consiglio Comunale ribadiscono, attraverso questo comunicato stampa, la linea opportuna da seguire per la lotta al Cinipide Galligeno del castagno. Durante i lavori del consiglio comunale del 29 settembre scorso, il Sindaco ha evidenziato che la volontà dell’Amministrazione è quella di affrontare il problema utilizzando la lotta biologica, attraverso l’utilizzo del Torymus Sinensis. Noi, come consiglieri di minoranza, abbiamo sottolineato la più ampia collaborazione se si segue questa logica. D’altronde, dalle precedenti esperienze e dai vari studi effettuati in termini di lotta biologica lungo tutto lo stivale, gli esperti sono tutti d’accordo sul fatto che la migliore soluzione passa attraverso l’introduzione del suo antagonista primario Torymus Sinensis: il caso del Giappone, affrontato nel 1982, è certamente rassicurante. Come tutti i processi naturali però, questo tipo di intervento richiede un tempo di per sé lungo, ma risolve il problema in maniera definitiva e del tutto biologico. Un aspetto assai importante è poi legato al ruolo dei nemici naturali “autoctoni” ,ovvero tipici della fauna italiana e legati alla vegetazione già presente come le querce. Infatti sulle querce, ma anche su altri alberi ed arbusti, si formano delle galle dovute ad altri imenotteri che a loro volta sono vittime di alcuni parassitoidi, che non disdegnano di nutrirsi anche del cinipide del castagno. Perciò è importante non eliminare le querce nel castagneto, ma sarebbe opportuno piantarne delle nuove. D’altra parte, l’intervento attraverso l’utilizzo di prodotti chimici costringe tutti ad eseguire i trattamenti con molta frequenza, per lunghi periodi e in modo indefinito, con inevitabili costi sia in termini economici che ambientali. Non dimentichiamo che i castagneti rappresentano un habitat complesso e delicato e non possono essere certamente paragonati ad altri tipi di colture. Ripetuti trattamenti inficerebbero pesantemente sul sottobosco, sul suolo, sul sottosuolo e sulle falde acquifere con effetti non prevedibili e certamente non trascurabili sulla flora e sulla fauna, sulla salute di chi lavora e dei cittadini che attraversano o che vivono nelle vicinanze dei castagneti trattati. Nei boschi cedui, inoltre, dove nessuno potrà mai fare trattamenti fitoterapici, la popolazione del Cinipide potrà riprodursi e successivamente colonizzare nuove piante e questo costringerà a ripetere di anno in anno tali trattamenti, rendendoci, per non dire schiavi, dipendenti da tali prodotti. Noi capiamo che per le multinazionali della chimica il cinipide apre nuovi mercati, soprattutto nel nostro paese; ecco perché riteniamo molto più utile informare i cittadini che promettere cure miracolose, che hanno come unico scopo di far crescere gli utili di queste corporations. Le parole del famoso biologo statunitense John Kricher dovrebbero farci riflettere: “ogni ecosistema si evolve in maniera sincrona e perfetta, se l’uomo pretende di modificarne velocemente il suo equilibrio, questo perde la capacità di evoluzione e il meccanismo naturale fatica a ritrovare stabilità”. Se i castagneti fanno parte ancora del nostro paesaggio è proprio perché chi è venuto prima di noi ha saputo mantenere questo equilibrio. Bisogna ritrovare quindi quell’antica saggezza custodita da secoli dai nostri padri.

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