AVELLINO- “L’invito è quello di alimentare così facendo la forza dell’intelligenza che chiamerei naturale, affinché prevalga sempre su quella artificiale, che pare, come diceva l’avvocato Aufiero ci stia investendo impetuosamente con una qualità e dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti”. E’ l’invito che il giudice Sonia Matarazzo, che ha presieduto per il secondo anno di fila la giuria tecnica (composta dal giudice Luisa Berardo, mamma di Lorenzo, dal viceprocuratore onorario Rossella Silvestro, dal presidente dell’Ordine degli Avvocati Fabio Benigni e dal presidente della Camera Penale Gaetano Aufiero) del “Certamen Oratorio” dedicato alla memoria di Lorenzo Scafuri, ha voluto rivolgere agli undici giovani avvocati e praticanti che si sono cimentati questa mattina nell’Aula di Corte di Assise “Nunziante Scibelli” del Tribunale di Avellino, dividendosi tra parte civile e difesa di un caso, quello della morte del giovane Willy, scelto per la gara oratoria.
La presidente Matarazzo ha evidenziato e rappresentato il fatto di essere: “molto onorata e voglio rivolgere parole di apprezzamento ai giovani che abbiamo visto sfilare dinanzi a noi, hanno avuto una partecipazione molto impegnata a questa performance”. Ai giovani avvocati che hanno partecipato alla gara oratoria ha ricordato come : “Voglio solo sintetizzare i principi che hanno espresso tutti coloro che mi hanno preceduta e mi hanno colpito le parole dell’avvocato Aufiero, che ha sintetizzato quello che io ritengo sia necessario nell’esercizio della professione forense, q cui assisto quasi quotidianamente da giudice monocratico, nonche’ da giudice collegiale con un’ esperienza ormai ultra trentennale. Dovete coltivare innanzitutto la forza della parola, essenziale nel vostro lavoro quando naturalmente sia sostenuta da studio e da argomentazioni che siano fondate su dati essenzialmente tecnici. Dovete avere anche voi però la capacità di ascolto, che non è solo quella dei magistrati. La capacità comportamentale è la capacità di misurarvi con l’autorità giudiziaria”.
Sara necessario nel vostro lavoro coltivare lo stile e l’ educazione, la capacità comportamentale e quella di misurarvi con quotidianità con l’autorita’ giudiziaria, che consentirà di coltivare sempre un rapporto sempre di proficuo confronto e mai di contrapposizione, un rapporto di qualità, perché spesso manca, soprattutto nei giovani che arrivano in un’ aula di udienza all’arrembaggio del Tribunale. Il confronto è sempre utile, arricchisce il nostro patrimonio culturale. Non smetteremo mai di imparare e di conoscere, anche se sono tanti gli anni di lavoro che abbiamo svolto. Congratulazioni a tutti. Come in tutte le gare c’è un vincitore. Gli altri non sono stati da meno. Abbiamo avuto anche diciamo qualche difficoltà a selezionare qualche qualità che ha dato il quid pluris. Congratulazioni vanno a tutti e anche ai vostri maestri, perché evidentemente quello che siete lo dovete anche agli studi ai quali appartenete e agli avvocati che sono e saranno comunque sempre i vostri maestri”. Aerre
Certamen Oratorio, il giudice Matarazzo: fate prevalere l’intelligenza naturale su quella artificiale
