Una parte consistente della nostra provincia, che comprende il capoluogo e la corona urbana, la Valle del Sabato, la Valle Caudina, il Lauro-Baianese, il Serinese-Solofrano ed il Montorese, ad oggi è fuori da ogni ipotesi concreta di sviluppo. Anche lo stesso progetto dell’Alta Capacità in Ufita con la stazione logistica internodale, che la collegherà al versante adriatico del Paese, senza una connessione con il nucleo industriale di Avellino, rischia di alimentare una logica ad escludendum. Un intervento a lungo termine, che si protrarrà fino al 2025, per il quale sono previsti ingenti finanziamenti comunitari, che sposterà l’asse di sviluppo in direzione della Puglia, mentre una parte consistente dell’Irpinia guarda alla direttrice Napoli- Salerno ed ai grandi attrattori culturali, universitari e turistici allocati su quest’altro versante. Bisogna sicuramente evitare una guerra tra poveri e tra comunità dello stesso territorio, ma anche e soprattutto una visione campanilistica e limitata delle progettazioni. L’Irpinia tutta e le zone interne complessivamente debbono cogliere la sfida dello sviluppo integrato allargando gli orizzonti. E’ altresì tempo che le istituzioni, le forze politiche sociali ed imprenditoriali della bassa e media provincia di Avellino costruiscano risposte a questa esigenza, puntando sull’innovazione, sulla promozione delle eccellenze e sulla messa in rete delle risorse rilanciando operativamente i Sistemi di sviluppo locale e tenendo conto del Piano territoriale di sviluppo della Regione. Di qui l’invito al presidente dell’amministrazione provinciale Domenico Gambacorta ed a Paolo Foti, sindaco di Avellino, capoluogo alla ricerca di un ruolo e non di un primato, di dar vita insieme agli altri attori locali ad un progetto di sviluppo, recuperando il tempo perduto – non da loro, ma in generale – per la stesura dei Piani strategici di area”.
Così il col. Antonio Felice Caputo, già consigliere provinciale e sindaco di Aiello del Sabato in una nota