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La donna, già nota ai carabinieri della compagnia di Montella, era da tempo sotto continua sorveglianza da parte dei militari in quanto sottoposta agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio. C. N. risiedeva con il proprio nucleo familiare in un paese della provincia di Bari. Prime le liti violente, poi i continui maltrattamenti subiti da parte del marito avevano reso la convivenza un inferno. La donna, stanca dei continui soprusi ed abusi, decise allora di mettere in atto, con l’aiuto del proprio figlio, l’omicidio del consorte violento, freddandolo con un colpo di fucile. All’epoca dei fatti fu recluso solo il figlio, che è tutt’ora detenuto, mentre la madre richiese alla Cassazione la revisione della condanna emessa dal Giudice per l’udienza preliminare. A conclusione della vicenda giudiziaria, è stata formulata la condanna definitiva a 15 anni di reclusione anche per la consorte omicida che dovrà scontare ora la pena presso il carcere di Bellizzi Irpino.