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“Campania Popolare alternativa all’agnello sacrificale Cirielli e al potere di De Luca”

Ad Avellino si sono presentati i candidati irpini della lista Campania Popolare per le elezioni regionali del 2025: Arturo Bonito, Michela Arricale, Roberto Vecchione e Maura Iannaccone. Con loro, il candidato presidente alla Regione Campania Giuliano Granato, che ha illustrato le idee e i valori che il movimento intende portare avanti come “terzo spazio popolare”, alternativo al centrodestra e al centrosinistra.

«Un momento importante – sottolineano gli organizzatori – per mettere in luce le proposte di giustizia sociale, lavoro e sviluppo territoriale, rivolte soprattutto alle comunità della provincia di Avellino e dell’Irpinia».

A spiegare le ragioni della discesa in campo è lo stesso Giuliano Granato, alfiere della coalizione che tiene insieme Pci, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista: «Siamo alternativi a un unico blocco di potere, costituito da destra e sinistra. In questa regione la privatizzazione della sanità è stata portata avanti da De Luca, ma era già stata avviata da altri, anche delle destre. Gli uomini di De Luca sono presenti in tutte le liste, sia del centrosinistra che del centrodestra, perché hanno la stessa idea di Regione: una Regione contro la nostra gente. Non si risolve il problema dell’emigrazione, né per lavoro né per motivi sanitari, non si risolvono le liste d’attesa. Si continua invece a mettere la Campania nelle mani di blocchi di potere che la controllano da anni. Noi vogliamo toglierla dalle loro mani e restituirla ai cittadini. Non è solo una questione elettorale: la vera ragione è dare a questa terra la possibilità di sopravvivere e avere un futuro dignitoso. Non c’è alcuna ragione per cui dobbiamo scappare da qui. Avremmo tutto, ma non ne possiamo godere perché tutto resta nelle mani dei loro figli: Pellegrino Mastella, Piero De Luca. Sono loro a gestire il potere in questa regione. Noi vogliamo metterlo nelle mani della gente comune».

Sul programma, Granato aggiunge: «Vogliamo una sanità a misura di cittadino, non finalizzata a finanziare centri diagnostici o centri di potere, che guarda caso sono sempre legati alla politica. La Campania ha la maglia nera per le morti sul lavoro. Il primo omicidio sul lavoro del 2025 è del 10 gennaio: Patrizio Spasiano, 19 anni, tirocinante morto durante il servizio. Questo non deve succedere più. La nostra gente, quando va a lavorare, non va in guerra: deve essere tutelata. Ogni ora di formazione professionale costa 80 euro, che finiscono in gran parte a centri di formazione che sono meri esamifici e non servono a nulla. La nostra regione non può essere quella dove una lavoratrice delle pulizie o un vigilante guadagnano 7 euro l’ora. La prima misura che porteremo in Regione sarà il salario minimo di 10 euro. Perché la dignità dei lavoratori è la prima cosa».

E conclude: «Oggi l’alternativa è tra Campania Popolare e la valigia di cartone».

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