C. M. Ufita – Per l’ente montano dell’Ufita il dibattito aperto sulla bozza di Piano Territoriale Regionale ha conseguito un primo, importante risultato: riuscire a far dialogare le amministrazioni locali intorno alla difesa del territorio ed alla individuazione della strategia comune da utilizzare per evitare che le zone interne dell’Irpinia continuino ad essere considerate ingiustamente marginali rispetto ai contesti provinciale e regionale. E’ con questo spirito che il presidente Giuseppe Antonio Solimine spiega “il ritrovato spirito di collaborazione tra gli Enti locali, che si alleano per “fare sistema”.Un dato di novità, che giova al territorio ed alla politica”. Nei prossimi giorni si aprirà poi concretamente la discussione intorno al rinnovo dell’esecutivo della Comunità Montana dell’Ufita e la dimostrata prevalenza degli interessi generali rispetto alle logiche degli schieramenti e del campanile avrà una influenza anche sul piano della rappresentatività politica. “Io credo – continua Solimine – che, permanendo lo spirito di cooperazione, si possa giungere alla nomina dei nuovi assessori anche prima delle prossime consultazioni politiche”. “La Comunità Montana dell’Ufita, presieduta dal sottoscritto, ha lavorato intensamente in questi cinque anni per tentare di tracciare le linee di sviluppo di tutto il territorio, facendo emergere le specificità locali ed il punti di forza rappresentati da ciascuno, ed il fatto che in queste ore le amministrazioni locali si stiano confrontando intorno a questioni importanti, affrontandole con serenità e spirito costruttivo, pur nel rispetto delle diversità politiche e delle rispettive esigenze comunali, è motivo di soddisfazione per chi, come me, da sempre ha creduto alla concertazione quale unica strada per uscire dall’isolamento e per potere avere voce nelle sedi istituzionali intermedie e regionali”. Per Solimine è stata così riconosciuta la valenza di un indirizzo politico ‘fissato cinque anni or sono e rispettato con costanza e coerenza’. “E’ assolutamente legittimo che ognuno difenda il proprio comune, ma a condizione che quel principio non sia prevalente sugli interessi generali, perché il vero sviluppo è quello sinergico e concordato; noi non abbiamo da subito bisogno di interventi a carattere locale, ma di progetti ad ampio raggio che riescano preliminarmente a mettere in “rete” tutti i Comuni, ciascuno con i suoi insediamenti industriali, storici, artistici, architettonici e culturali, collegandoli con le infrastrutture regionali ed interregionali, perciò l’interesse in tal senso registrato in occasione del PTR credo vada finalmente nella giusta direzione”.