“Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media.”
Charles Bukowski è stato il cantore di un’America dimenticata, di un’America lontana dai sorrisi di circostanza, dalle parole sole cuore e amore, dai volti pallidi che in giacca e cravatta fanno finta di sfidare il mondo essendone di fatto ingoiati.
E’ stato il poeta che ha evidenziato in maniera semplice e profonda la dimensione psicologica e reale delle classi più indigenti, raccontando storie di uomini e donne da un bicchiere di troppo, da pantaloni trucidi e calze smagliate, da vite vissute come se non ci fosse un domani.
E lo ha fatto con un linguaggio atipico ma riconoscibile, diretto, stravagante, spesso volgare, ma che ha conquistato lettori di tutto il mondo tra cui tanti, tantissimi avellinesi, soprattutto giovani, che spolverano settimanalmente sulle mensole delle proprie stanze libri cult come Factotum, Donne, Panino al Prosciutto, Pulp.
Abbiamo chiesto ad Assunta D’Amore, titolare insieme ad Alfredo Gambarota della libreria Mondadori di Avellino, quanto e cosa leggono gli avellinesi.
Gli avellinesi sono un popolo di lettori?
Mediamente sì, altrimenti non saremmo potuti sopravvivere alla crisi del libro che, anche ad Avellino, segue l’andamento nazionale.
Quali sono stati i libri più venduti ad Avellino nell’ultimo semestre?
“La giostra degli scambi” di Andrea Camilleri, pubblicato il 30 aprile scorso e che ha come protagonista il commissario di polizia siciliano Salvo Montalbano. “La ragazza del treno”, un romanzo del 2015 scritto da Paula Hawkins, che poco dopo la sua pubblicazione è divenuto un best seller negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, con oltre 3 milioni di copie vendute solo negli USA. Infine “Città di carta” di John Green.
E nell’ultima settimana?
Al momento va ancora forte la saga delle Sfumature, libri ormai diventati dei veri e propri classici. Vendono molto le avventure del commissario Ricciardi, personaggio inventato dal giallista napoletano De Giovanni ed in particolare il libro “Anime di Vetro”. Stanno prendendo quota anche gli ultimi lavori di Isabel Allende (“L’Amante giapponese”) e Niccolò Ammaniti (“Anna”).
Come vanno i classici?
I classici risentono particolarmente dei gusti dei professori. Perlopiù sono gli studenti ad acquistarli: direi che Verga, Pirandello e Calvino risultano i più gettonati.
Vengono acquistati libri di autori irpini?
Sì, certo. Primo fra tutti Franco Festa con le storie del commissario Melillo, contestualizzate ed ambientate ad Avellino. Molto venduto anche il libro del direttore del Mattino di Avellino Generoso Picone, “Matria. Avellino e l’Irpinia. Un esame di coscienza”.
Qual è l’autore più apprezzato tra i giovani?
La letteratura giovanile è indirizzata su due autori molto importanti. Lo scrittore italiano più apprezzato è sicuramente Baricco. Charles Bukowski, dal canto suo, risulta ancora essere lo scrittore più amato dai ragazzi avellinesi”.
Gli avellinesi, quindi, si dimostrano un popolo a cui piace la lettura e con gusti letterari ben definiti.
I dati del capoluogo irpino confermano che le vendite si attestano sulla media nazionale. In questo senso risulta sempre attuale la frase di un grande agente letterario, Erich Linder, secondo il quale “il numero dei lettori italiani non aumenterà mai”. Oggi, certo, c’è la crisi economica, ma senza un cambiamento sociale non si otterrà mai un incremento nemmeno della lettura.
Non sorprende che l’autore più apprezzato dai giovani sia Charles Bukowski, uno degli ultimi “poeti maledetti”, alcolizzato, fumatore incallito, malato di sesso, giocatore d’azzardo alle corse dei cavalli e avvezzo al turpiloquio. Il grande scrittore americano viene ammirato soprattutto per il coraggio di aver sempre detto la verità. Di Bukowski rimane quel modo incredibile di fare letteratura, diretto e sempre fedele a se stesso.
Ecco alcuni dei lampi di genio impressi su carta dal celebre autore americano:
“La morte non conta niente quando ti serve un posto per dormire.”
“La differenza tra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare.”
“Come è possibile che ad un uomo piaccia essere svegliato alle 6.30 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l’opportunità di farlo?”
“Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare.”
“Il capitalismo è sopravvissuto al comunismo. Bene, ora si divora da solo.”