SOLOFRA- Non fu il trentaseienne di Solofra, difeso dal penalista Carmine Ruggiero, imputato per incendio e detenzione di materiale esplodente a piazzare una bomba carta contro la vettura di un maresciallo dei Carabinieri. Assolto “per non aver commesso il fatto”. Questa la sentenza emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino Pierpaolo Calabrese al termine del processo al trentaseienne di Solofra rinviato a giudizio dell’imputato per incendio e detenzione di materiale esplodente e delle parti. La Procura aveva chiesto nei suoi confronti una condanna a due anni e sei mesi a cui si era associata anche la difesa di parte civile, il penalista Marino Capone, che rappresentava la “vittima” del raid, il maresciallo dell’Arma Salvatore De Maio. L’ atto intimidatorio avvenuto il 7 novembre del 2021, data in cui era avvenuto il danneggiamento con una bomba carta contro la Fiat Panda nella disponibilità del sottufficiale. L’istruttoria dibattimentale andata avanti per qualche anno, non ha dimostrato che l’imputato fosse sul posto dell’atto intimidatorio nella notte del 7 novembre. Il penalista Carmine Ruggiero ha puntato molto proprio sui tracciati dei telefonini nella zona del raid in quella notte. Come ha ricordato nella sua arringa in aula, nel momento in cui c’era l’innesco della bomba, alle due e mezza della notte, l’imputato era infatti a telefono. Anche l’assenza di una perizia antropometrica da parte della Procura e’ stato un argomento su cui il penalista Carmine Ruggiero ha basato gran parte della sua attivita’ difensiva. Come per il movente e i rapporti tra l’imputato e il sottufficiale dell’Arma. Nel corso dell’istruttoria, come ha ricordato l’avvocato in aula, ad una specifica domanda ad uno degli investigatori su quali fossero “I Rapporti tra …e il maresciallo?’ era stato risposto : ” Credo si conoscessero perché erano entrambi di Solofra’. E sul movente, invece, ha spiegato: “presumo che la causale vada ricondotta all’ attività che il de Maio svolge come carabiniere sul nostro territorio, perché veniva spesso utilizzato anche per servizi di pg sul territorio. Il personale in divisa è quello più visto e percepito dai vari cittadini”. E qui la difesa aveva chiesto se De Maio fosse all’epoca dei fatti l’unico militare dell’Arma in servizio a Solofra. Ovviamente una domanda retorica, perché il penalista ha presentato un elenco di militari che risiedevano nel comune della Valle dell’Irno.Ovviamente si dovranno attendere le motivazioni della sentenza per comprendere quali elementi hanno determinato la decisione del giudice monocratico.
Bomba carta contro l’auto di un maresciallo dell’Arma: assolto trentaseienne di Solofra
