Irpinianews.it

Blitz antidroga, l’ossessione del boss Marrone per indagini e controlli della Polizia

ALTAVILLA IRPINA- Americo Marrone era ossessionato dai controlli e dalle indagini, tanto che una delle sue maggiori preoccupazioni era quella di suggerire agli altri componenti del suo gruppo, in particolare alla moglie Tiziana Porchi e al nipote Valentino D’Angelo, ogni strategia utile per evitare di essere intercettati o identificati e finire nella rete della Polizia. Nomignoli da usare al posto di quelli di battesimo, che cambiava anche periodicamente; l’ ordine di non raggiungere mai Altavilla Irpina per coloro che si rifornivano dello stupefacente con la stessa auto, la necessità di cambiare schede sim, quelle che erano generalmente intestate a pakistani e bengalesi ma in uso al gruppo e le parole in codice per lo stupefacente. La bianca o la macchina era la cocaina, la macchina marrone era l’hashish, il verde era prevalentemente la marijuana. Anche nelle cessioni raccomandava velocità, senza perdere tempo. Anzi in qualche caso anche di usare una bici per fare prima e allontanarsi più rapidamente. Ossessione che non gli è servita però ad evitare che gli agenti della IV Sezione della Squadra Mobile di Avellino, il personale agli ordini del vicequestore Ennio Ingenito e del sostituto commissario Roberto De Fazio, riuscissero ad intercettare le loro comunicazioni, anche le decine di chiamate dal carcere che Marrone effettuava per gestire approvvigionamenti, logistica, spostamenti di staffette e corrieri e anche acquisti dello stupefacente. Grazie ad uno stratagemma durante un colloquio in carcere gli agenti della Squadra Mobile c’erano riusciti. E insieme alla telecamera che filmava l’abitazione di Valentino D’Angelo, nipote di Marrone, documentando vari episodi di spaccio e ai sequestri che avevano sottratto alle piazze di spaccio migliaia di dosi di droga da vendere, sono riusciti ad ottenere dopo la richiesta di misura cautelare firmata dai pm Henry Jhon Woodcock e Luigi Iglio il blitz che ha scompaginato il gruppo criminale dedito allo spaccio di decine di chili di droga. L’ossessione, dopo gli arresti, l’ultimo in ordine di tempo di un “corriere” che trasportava circa 650 grammi di cocaina (e che avrebbe ricevuto in cambio del suo lavoro duecento euro) era diventata un triste presagio. Al telefono Marrone avrebbe cercato riscontro per capire se la Polizia avesse preso di mira il suo gruppo. Quando ormai appariva chiaro lo stesso Marrone ai suoi familiari aveva paventato il rischio di una contestazione di associazione a delinquere e della perdita di soldi e libertà. Il riscontro maggiore era un investigatore della Squadra Mobile di Avellino, proprio il sostituto commissario De Fazio, che torna spesso nelle conversazioni tra Marrone e i suoi familiari. Troppo tardi però anche l’intento di cancellare tutto e non rischiare una dura condanna, quella che negli ultimi venti anni lo stesso Marrone aveva sempre scampato, anche quando era finito sotto accusa da parte di un pentito e dopo essere stato bloccato per ben due volte con chili di hashish dalla Polizia. L’Antimafia aveva già in mano gravi indizi per chiedere ed ottenere come è avvenuto all’alba di ieri, il blitz per disarticolare il gruppo del narcos di Altavilla Irpina. Un colpo al cuore dello spaccio in Irpinia quello inferto dalla Questura di Avellino.

Exit mobile version