Ovviamente verrà sottoposta al Ministro tutta la sofferenza di questo territorio, che sostanzialmente è riferita ai valori occupazionali in calo verticale, con gli apparati produttivi ormai prossimi al collasso. Parliamo in primis dell’Irisbus di Flumeri (l’unica fabbrica di autobus d’Italia) e della FMA di Pratola Serra ma, anche più specificamente della mortificazione delle aree industriali dell’ art. 32 che, pur avendo assolto a una funzione anche forte fino agli inizi degli anni 2000, sono oggi alla resa dei conti: imprenditori (quasi tutti del Nord) che, avendo consumato i finanziamenti pubblici (che vanno sotto il nome di terremoto dell’Irpinia per circa 7 miliardi di euro!) hanno abbandonato i lavoratori al loro destino, cercando mercati che offrano nuovo foraggio.
Parleremo al Ministro della possibilità di inserire il vecchio discorso della “cassa unica dei fondi residui del terremoto”, in modo che vi possano attingere quei Comuni che hanno ancora residue ferite non sanate derivate da quell’evento. Non sono previsti nuovi esborsi da parte dello Stato ma solo la possibilità di accesso a fondi già esistenti da parte di quei Comuni che, avendo le caratteristiche previste dalla legge (terremotati veri), potranno mobilitare risorse pari a circa 300 milioni di euro, oggi congelati per mancanza dei requisiti di diritto. Tremila nuovi cantieri di piccola entità (100 mila euro ognuno) potrebbero attivare altrettante imprese familiari ed indurre nuovo lavoro artigianato (idraulici, elettricisti, falegnami etc.). Il tutto potrebbe rimettere in moto le economie della province di Salerno e Avellino, consentendo a questi territori di agganciare la possibile ripresa italiana in tempo utile. Questo proporremo al Ministro perché lo porti al tavolo del Consiglio dei Ministri, all’interno dei provvedimenti per la ripresa generale del Paese. Sarà questo il migliore saluto che l’Irpinia possa dare ad un autorevole esponente del Governo, in visita nelle nostre contrade”, conclude Salzarulo.