“Prenderemo spunto dall’interrogazione parlamentare relativa alla chiusura anticipata dei locali notturni – ha spiegato il sindaco Di Mauro – per compiere una riflessione sulla situazione locale. L’Irpinia si è trovata a vivere la tragicità di questi eventi troppo spesso negli ultimi anni: un dato che deve far pensare”. Un invito che si inserisce a pieno titolo nel processo di mobilitazione innescato dal sindaco di San Potito, Giuseppe Moricola, dopo i fatti di sangue avvenuti sull’Ofantina. Troppe le vittime. Otto nel giro di quattro mesi. Cinque solo sulla strada killer: Vincenzo Di Chiara, Parolise 12 giugno; Concetta Cifrondelli, Calabritto 4 luglio; un 81enne di Napoli, Lioni 4 agosto; Antonio Balestrieri, San Potito 24 agosto; Giuseppe Salanitro, San Potito 21 ottobre. Un dato che è diventato una provocazione: ‘Il prossimo potresti essere tu’. È la frase che campeggia su quella che da lungo tempo è stata definita la strada della morte. Un modo duro per dire che con la vita non si scherza. Un modo drastico per scuotere le coscienze di chi, almeno in questo caso, potrebbe intervenire al fine di evitare ulteriori stragi. In attesa, i sindaci dell’area attraversata dall’Ofantina killer, non si fermano. Si aspetta il 3 novembre per la presentazione del piano di fattibilità ad opera della Provincia per la messa in sicurezza del tratto Avellino-Parolise… dopodichè si passerà alle ‘maniere forti’. (Marianna Morante)