Avellino – Puc: si conclude la fase di transizione, inizia la fase di informazione. E se tutti i nodi vengono al pettine di certo non è stato il dibattito consiliare a scioglierli. L’arduo compito è stato affidato alla conferenza stampa di questa mattina a cui hanno preso parte oltre al sindaco Pino Galasso e all’assessore all’Urbanistica Antonello Rotondi, tutti i capigruppo consiliari della compagine di centrosinistra. Un dibattito aperto da un primo cittadino animato da sentimenti di chiarimento e puntualizzazione. “Siamo stati accusati di non avere una idea della città. Invece l’abbiamo e non basta lo slogan a dimostrarlo. Chi ci ha preceduto ha elargito il massimo impegno sullo strumento urbanistico ma i risultati hanno purtroppo tradito le aspettative. Sia chiaro, comunque, che non esiste una amministrazione Di Nunno né un’amministrazione Galasso. Esiste solo un principio di continuità ed un punto di partenza da cui abbiamo preso spunto per apportare correttivi nati anche da una diversità di vedute”. Un iter senza dubbio poco compreso dall’opinione pubblica ma nei dettagli trasparente. E con “un’unica nota dolente”: le accuse mosse al sindaco, all’Esecutivo e all’intera maggioranza consiliare. “Sono offeso come sindaco e come uomo. In questo Puc non ci sono interessi personali o politici da difendere. Non abbiamo scheletri nell’armadio. Abbiamo soltanto operato delle scelte, in alcuni casi coraggiose ma sempre chiare”. Concorde l’assessore Rotondi (che ha voluto dedicare l’adozione del Puc, all’assessore ai Lavori Pubblici Mimmo Bellizzi che tanto si era battuto affinché la sua città avesse un futuro migliore), vittima di un ‘contraccolpo psicologico’ per “… l’amenità di accuse infondate. La nostra è stata una scelta coraggiosa. Adeguare un Piano ad una legge approvata solo nel dicembre del 2004 è una sfida ed abbiamo dimostrato di saperle affrontare”. La parola passa poi ai capigruppo, a cominciare da una concisa ma efficace Enza Ambrosone (Margherita): “La cosa migliore che questa amministrazione poteva dare alla città è la dimostrazione di poter mantenere un impegno. Chi voleva farci inciampare deve ricredersi. In Consiglio abbiamo votato da soli un Piano, l’opposizione, invece, si è sottratta ad un impegno”. Più duttile Mattia Trofa (Sdi): “Questa amministrazione si è assunta le proprie responsabilità. Ha operato un esame attento nell’analisi delle osservazioni utilizzando criteri uniformi”. C’è poi chi abbandona “la posizione di difesa assunta negli ultimi giorni per passare ad un serio contrattacco”. E’ il caso di Sergio Barbaro (Ds): “C’è stata una totale inversione di metodo rispetto al passato, abbiamo adoperato un percorso lineare e trasparente. Quindi rigettiamo al mittente tutte le basse illazioni ed evidenziamo due cardini. In primo luogo questo Puc è frutto di una nuova metodologia politica e metodologica. Poi, ed è giusto rimarcarlo, la scelta ricaduta su Cagnardi non l’abbiamo operata noi ma, ad oggi, attribuire un nuovo incarico ci avrebbe portato a non avere un Piano Urbanistico”. Conclude De Lorenzo (Udeur) che pur sostenendo il carattere migliorabile e perfettibile dello strumento rende merito al Piano come “…mezzo per superare la fase transitoria del post terremoto”. “Una doppia soddisfazione – esordisce Genovese, presidente della Commissione Urbanistica – soprattutto per chi faceva parte anche della vecchia amministrazione. Siamo stati accusati di aver mandato a casa Di Nunno per il Prg. Oggi dimostriamo l’infondatezza di queste accuse in virtù del fatto che il Puc rispecchia il vecchio piano al 95 per cento”. In sintesi uno strumento con maggiori certezze e maggiori regole, così come conclude Giordano. Con la speranza che la chiarezza che regna nell’amministrazione sul Piano Cagnardi bis superi ora l’ostilità di un’opinione pubblica che continua a considerarlo ostico. (di Manuela Di Pietro)
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