Avellino – Domani, all’ordine del giorno dell’assemblea del circolo cittadino di Rifondazione Comunista, ci sono le dimissioni del segretario e di alcuni membri del direttivo. Le motivazioni risiedono nella fase che sta attraversando il partito. “C’è a livello nazionale una grossa difficoltà – si legge nella nota di Alberto Nigro, segretario uscente -. Evidente è la profonda distanza che oggi esiste tra i compagni e la dirigenza, che si è rivelata assolutamente incapace di interpretare la presenza all’interno di un governo. Il clamoroso errore di valutazione da parte di Fausto Bertinotti, che scelse il prestigio di una carica istituzionale anziché portare in maniera massiccia la forza delle nostre idee nel governo del paese ha rappresentato un tradimento a chi da noi si sente rappresentato”. “Oggi, – continua la nota – dinanzi a molti militanti in fuga e a un elettorato che sente sempre meno rappresentate dal prc le proprie istanze, si sceglie una strada politicista quale la formazione di un’aggregazione complementare al partito democratico, una sponda in un’ottica tutta interna a una prospettiva di governo. Una scelta in netta discontinuità col nostro percorso. Con la speranza di raccogliere qualche voto in più, si sceglie di spostare il centro della nostra attenzione dai contenuti al contenitore”. Ancora: “Da mesi la segreteria provinciale, con soli tre membri, vegeta. Neppure dopo le dimissioni di Della Pia e D’Alessandro, il segretario Imbriano ha voluto aprire un serio confronto. L’apprendere poi che la segreteria e l’esecutivo regionali hanno dei nuovi membri irpini e che questi sono espressione del solo segretario provinciale, il quale ha ben pensato di non fare nemmeno un passaggio formale attraverso gli organismi competenti per discuterli, conferma un atteggiamento antidemocratico e autoreferenziale. Da noi i rapporti personali e la sudditanza valgono molto di più della militanza. La mia buona fede a riguardo è dimostrata dal fatto di aver sempre rifiutato incarichi più alti, e questo non per lavarmene le mani o per paura di non esserne in grado, ma semplicemente per divergenze di natura politica, come dovrebbe essere sempre”. Una nota lunga e sentita che chiosa così: “Sono stato sempre orgoglioso di rappresentare il mio circolo, ma a questo punto non è più possibile tapparsi il naso ed andare avanti per conto proprio. L’amaro apprendimento di essere diventati delle anomalie all’interno del partito solo perchè abbiamo voglia di fare, non mi permette più di rapportarmi con serenità alle questioni che necessitano di essere trattate”.
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