Avellino – Fase di stallo per quanto riguarda la raccolta rifiuti nel comune capoluogo e nella provincia. I conferimenti al Cdr proseguono infatti a rilento, dopo il blocco della scorsa settimana. Se da un lato il ‘principio della rotazione’ tampona il disagio in alcuni distretti, dall’altro permane il problema di fondo e cioè quello dell’eccesso di giacenze dovuto anche ai carichi dal napoletano che di fatto, aggregandosi ai conferimenti irpini, vanno a congestionare il processo di smaltimento dell’impianto di Pianodardine. Una difficile situazione, dettata dal temporaneo stop delle attività nei Cdr della provincia partenopea per le routinarie operazioni di manutenzione. E in questo senso i numeri parlano chiaro. Sono circa 300 le tonnellate di rifiuti a terra in attesa di smaltimento. Cumuli indesiderati costituiti dai conferimenti dell’ampio bacino d’utenza del napoletano oltre che dalla produzione quotidiana locale. L’auspicio è che siano ripristinate al più presto le attività di trattamento negli impianti di Napoli, in modo da alleggerire lo smaltimento del Cdr e favorire un progressivo ritorno alla normalità. L’alternativa per tamponare l’emergenza, potrebbe essere rappresentata dal ‘conferimento aggiuntivo’. Una sorta di extrema ratio, che su autorizzazione del Commissariato di Governo porterebbe al temporaneo incremento di capacità operativa per l’impianto di Pianodardine e, chiaramente, ad un più veloce smaltimento delle giacenze. Misure in ogni caso transitorie, che allevierebbero solo nel breve periodo il disagio causato dall’emergenza rifiuti. E a complicare poi la già intricata questione, un’ombra che aleggia sulla gestione del Cdr e il trasporto delle ecoballe. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, la conduzione delle attività da parte della Fibe, avvenendo di notte, favorirebbe primariamente i carichi provenienti dal capoluogo regionale, dove i compattatori lavorano anche nelle ore notturne a differenza dei mezzi gestiti da Asa e Cosmari che conferiscono essenzialmente di giorno. Rifiuti ‘freschi’, quelli extraterritoriali, che per cause tecniche avrebbero dunque la ‘precedenza’.
Allo stato attuale sono Avellino, Solofra, Mercogliano e Monteforte i comuni che maggiormente subiscono le conseguenze dei rallentamenti nella raccolta, mentre la situazione è sensibilmente migliorata in alcune aree della provincia. Serino, Montoro, Aiello del Sabato e Forino, in particolare, fronteggiano la circostanza attraverso la predisposizione di piccoli siti di stoccaggio provvisorio, favoriti anche dalla minore incidenza demografica. Resta dunque l’emergenza ma nel frattempo cresce l’attenzione sul piano triennale di gestione per lo smaltimento, presentato in Regione dal Commissario Alessandro Pansa. Un progetto la cui definizione è attualmente in corso d’opera. E tra gli argomenti ancora al vaglio c’è anche la discarica di Avellino, per la quale è in fase di studio l’ubicazione. (et)
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