La storia di Pierluigi Frattali ad Avellino è intrisa di sudore, umiltà e abnegazione. Ingaggiato la scorsa estate come seconda scelta di esperienza alle spalle del giovane Alfred Gomis, l’ex portiere del Cosenza ha conquistato a piccoli passi la fiducia di Massimo Rastelli che a un certo punto della passata stagione non ha potuto più ignorarne l’affidabilità.
Fu proprio Pescara, dove l’Avellino si recherà venerdì, però a far vacillare le gerarchie dei pali biancoverdi undici mesi fa. Era il 13 dicembre, quando allo stadio “Adriatico-Cornacchia” Gomis riportò un infortunio al costato a causa di uno scontro di gioco durante il primo tempo della sfida con i biancazzurri allora allenati da Marco Baroni.
Inevitabile la sostituzione con Frattali che si rese protagonista di un intervento prodigioso nell’arco della ripresa con un colpo di reni a togliere la palla sotto la traversa su una spettacolare acrobazia al limite dell’area di Riccardo Maniero. L’estremo difensore salvò i lupi, in inferiorità numerica per l’espulsione di Rodrigo Ely, graffiando con le unghie il pallone sulla parte alta del montante.
Educato, umile e sincero fuori dal campo, determinato tra i pali: Frattali è diventato un idolo della tifoseria nel giro di pochi mesi e venerdì a Pescara rivivrà quei momenti che lo hanno proiettato verso la scalata.