Dopo la Francia, ecco la Turchia.
La minaccia del terrorismo sembra estendersi nel Vecchio Continente a macchia d’olio e pare non voler trovare pace. E’ di questa mattina il nuovo attentato kamikaze (probabilmente ad opera dell’Isis) nel cuore del centro storico di Istanbul tra l’obelisco di Teodosio e la Moschea Blu, il luogo della capitale occidentale turca più frequentato dai turisti.
Si registrano 10 morti e 15 feriti.
Tempestivo l’intervento della polizia che ha provveduto a chiudere la zona dell’incidente, zona che subito si è trasformata in un via vai di ambulanze e camion dei vigili del fuoco. In fiamme anche un hotel in un’altra zona della città.
La redazione di IrpiniaNews è riuscita a mettersi in contatto con un ristoratore atripaldese emigrato nella capitale turca 8 anni fa che, scampato all’attentato, così commenta l’accaduto: “E’ stato terrificante, non ho vissuto in prima persona l’incidente ma, tramite alcuni amici che lavorano nella zona del centro storico, sono venuto a conoscenza della tragedia di questa mattina. Il boato, dovuto all’esplosione, si è udito anche a diversi chilometri di distanza dal luogo dell’accaduto”.
Vittorio Sindoni, chef siciliano trasferitosi ad Atripalda anni fa e poi emigrato a Istanbul, dove oggi è uno tra i più famosi cuochi della capitale turca e proprietario di un noto ristorante italiano nei pressi di Piazza Taksim, non nasconde il clima di paura calato nella città del Bosforo dopo il sanguinoso attentato: “Ho da poco finito di pranzare in un ristorante italiano qui ad Istanbul ed ero solo. Dopo stamattina le strade della città hanno incominciato a svuotarsi, la gente ha paura di muoversi ed è costretta a rinunciare alla comodità dei mezzi pubblici per spostarsi”.
Alla domanda se i turchi avessero potuto prevedere l’attacco terroristico, il ristoratore italiano dichiara: “Qualcosa era nell’aria. I primi campanelli d’allarme risalgono al 13 novembre scorso quando la polizia turca è riuscita a sventare un attacco terroristico nel centro di Istanbul e non bisogna dimenticare la vicenda dell’aereo russo abbattuto dai turchi che ha aumentato ancor di più il clima di tensione in tutta la città”.
Secondo notizie ufficiali, l’attentatore è un uomo legato alla cellula jihadista siriana e, sul rapporto tra musulmani e cristiani, Sindoni afferma: “Ad Istanbul la maggior parte della popolazione è musulmana, persone legate alla fede del Corano con cui noi cristiani, seppur in minoranza, non abbiamo mai avuto alcun problema. Siamo circa 8000 italiani nella capitale turca e mai ci sono state, almeno per quanto io ne sappia, contrasti legati a religione, cultura o altro”.
Mentre il sangue innocente continua ad essere versato non sarà mai troppo tardi per porre i rimedi giusti e combattere una minaccia che mai come ora diventa sempre più forte e temibile.
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