Aste Ok, Formisano in aula: 2.000 euro alla Forte solo per partecipare

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Per partecipare alle aste ad Avellino bisognava pagare a Livia Forte un “dazio” di duemila euro, poi versare in caso di aggiudicazione il venti per cento. E’ la vera e propria tariffa imposta dal gruppo composto da Livia Forte, Armando Aprile e Nicola Galdieri a chiunque volesse comprare un bene all’asta ad Avellino. A spiegarlo, collegato in videoconferenza dal carcere di Avellino e’ stato Gianluca Formisano, che nell’udienza celebrata oggi al processo Aste Ok, e’ stato sottoposto ad un esame “fiume” da parte del pm antimafia Henry John Woodcock, che però sui termini delle dichiarazioni rese dell’imputato, assistito dall’avvocato Carlo Taormina, non è sembrato convinto. La domanda è semplice: Formisano e Barone erano solo dei soggetti sottoposti al dazio e alle clausole imposte da questo gruppo o le quote erano in realtà frutto di un vero e proprio accordo? Più volte Woodcock mette in risalto queste cifre che sembrano più cifre di un patto che di una semplice estorsione o imposizione. In aula il pm antimafia e’ tornato proprio su quanto avvenuto prima e dopo il venti febbraio 2019 (la convocazione a casa Forte). “Avete dato fastidio ad Avellino” questo era stato l’avvertimento dato a Formisano e alla Cerullo perche’ non era passata inosservata la loro attivita’ di sopralluogo di case all’asta. Nonostante cio’ Maria Cristina Cerullo e Carmine Laudato non avevano desistito: “Ma non abbiamo sospeso i sopralluoghi, nonostante ciò proprio la Cerullo e Laudato parteciparono ad un’asta a Cesinali” ha spiegato Formisano.
E il pm antimafia ha dunque chiesto: “Il giorno 20 comprese a chi avevate dato fastidio, collego’ le persone a cui aveva dato fastidio con quelle per il sopralluogo, cioè erano le stesse che l’hanno segregata?. “Certo” ha spiegato Formisano- “capii che le persone a cui avevamo dato fastidio erano le stesse che avevano chiesto la mia presenza il 20 febbraio a casa della Forte”. Fu presente molte ore? E Formisano ha nuovamente chiarito: “Arrivai alle 16/16:3o, alle 18 fu presa la Cerullo e poi al Famila sono stato accompagnato alle 21”. E ancora sulle parole pronunciate da Galdieri ha ancora una volta messo in evidenza: “Se volevamo partecipare alle aste ad Avellino, poi me ne andai da solo, mi dissero che se volevamo in futuro essere interessati a qualcosa se non li avessimo fatto avremmo subito peggio di quello che era accaduto alla Cerullo (che era stata colpita con uno schiaffo da Nicola Galdieri)”.

LA FORTE MANDO’ VIA DALL’ASTA:

Formisano viene invitato a chiarire quello che era avvenuto per l’ asta di. Montefredane: “Questa asta- ha spiegato Formisano- non ci fu proposta da nessuno. Andai a vedere qualche mese prima e poi parlando con Barone gli rappresentai che c’era una villa con piscina a meno di quarantamila euro. Il 5 marzo andai a Macerata, poi il 6 ci fu incontro al mio ufficio per la consegna di cinquemila euro ad Aniello M.. Nel corso dell asta la Forte avvicino’ l’amministratore della societa’ ed allontanarlo dall asta, dicendo che l’avvocato Barone sapeva cosa doveva fare. Non so come abbiano fatto a sapere, Livia Forte e Armando Aprile”. Prima dell’asta pero’ erano stati versati 5000 euro: “in quellaoccasione, ho collegato Galdieri Nicola detto o milord perché la persona che aveva preso i soldi dalle informazioni che avevo assunto mi dicono che fosse una persona vicina ai Galdieri”.
E qui il pm antimafia ha contestato alcune dichiarazioni gia’ rese: “A proposito di Montefredane dice un altra cosa, successivo colloquio: a me personalmente disse che era stato mandato dai Galdieri. Oggi dice un altra cosa, che ha preso informazioni. Ma Barone che disse?” E Formisano ha chiarito: “Fu anche Barone che mi disse questa cosa e ho preso questa informazione per capire se quella di Barone fosse solo un’ipotesi”. E visto che c’era un rapporto stretto con Aprile, il magistrato gli chiede: perche’ non lo ha chiamato? Perché avete fatto questo..
“Ne abbiamo discusso nel momento in cui siamo andati ad Anzio- spiega Formisano- se non erro il 19 marzo e mi aveva detto che pur non c’entrando nulla ero stato coinvolto dal fatto che era interessata la Forba. Aprile mi disse che per me non ci sono problemi, se volete partecipare anche ad Avellino, ma se trovate Livia Forte che è in Tribunale o è interessata all’asta, andate a fare solo tarantelle. Fate un regalo alla Forte ed evitate quanto è successo in precedenza”.

DUEMILA EURO E Il VENTI PER CENTO: DAZIO O ACCORDO?

Quali erano i termini dell’ accordo tra lei Barone, Forte e Aprile? Per partecipare dovevate pagare una cifra, una specie di dazio alla Forte?. E Formisano ha smentito questa tesi: “Non era un accordo, una imposizione che era stata fatta”.
E ancora viene incalzato sulle somme versate: “Ma lei ha mai dato soldi?” Chiede Woodcock: “Allora, l’unica asta che noi abbiamo pagato è stata l asta di Lettieri, in cui abbiamo pagato la somma di duemila euro. Abbiamo pagato il 23 maggio dopo la chiamata ad Admando Aprile. I soldi li abbiamo dati ad Aprile Armando che li doveva dare a Forte Livia”. A chi dovevano. andare?” chiede Woodcock: ‘Aprile ci disse che dovevamo dare a Forte Livia, anche perché lei aveva in mano l’assegno della caparra. Anche dalle intercettazioni si evince”. Il ruolo dei Galdieri. E’ stato uno dei punti di maggiore interesse nelle doma de del pm antimafia: Era a conoscenza del fatto che una parte di queste somme date o promesse venivano destinate a Nicola Galdieri?”. E Formisano ha raccontato: “Sapevo quello che mi disse Aprile che era costretto a pagare somme a Galdieri Nicola e Forte per il lavoro che faceva”. Qui Woodcock e’ tornato a quanto avvenuto nella convocazione a casa Forte e quanto detto da Nicola Galdieri: “Nel colloquio del 20 febbraio ci sono dei passaggi chiari” dice il pm antimafia: Ripeto, mi dissero che se avessimo avuto necessità di fare qualcosa al Tribunale saremmo dovuti andare da sua “sorella” Forte Livia. Ma anche in quella occasone non fece riferimento a pagamenti per lui. Mi disse solo di rivolgermi a Forte Livia”. E c’e’ la questione dell’opificio di Solofra aggiudicato nell’aprile 2019 dall’Arca di Noe’: Dalle intercettazione sembra che lo avesse acquistato anche lui, ovvero Aprile Armando. “Lo escludo-spiega Formisano- perche’ noi abbiamo pensato con Barone anche di provvedere a procurarci i soldi per l aggiudicazipne , tramite factoring”. Ma su questo aspetto pero’ Woodcock ha incalzato Formisano: “Sa se prima dell asta Aprile e Forte hanno avuto una interlocuzione con L…”. Anche in questo caso Formisano ha escluso la circostanza: “No. Perché io L..i l’ ho conosciuto nel processo”.
Aprile non gli ha mai detto di aver avuto rapporti con Lettieri prima dell incanto
Ne prima dell asta ne successivamente alla stessa mi è stato riferito che ci siano stati rapporti”. Aprile e stato coinvolto nella fase contestuale alla asta? Chiede il pm antimafia all’imputato: “Fu lo stesso Aprile cbe ci prospetto’ di partecipare a questa asta. Il giorno prima del deposito, il 4, mi recai fisicamente sul posto per vedere il capannone.dove si trovava. Lo trovai disastrato..dissi a Barone che non era un buon affare..E lui mi disse: secondo te ci ha tirato una sola? Gli dissi non lo so ma quanto pare non vale quanto ci è stato prospettato”. Come mai avete indicato Forte e Aprile come mediatori: “La persona era Armando Aprile- ha raccontato Formisano- poi siamo stati costretti, dovevano pagare questo venti per cento a Forte Livia. Noi avevamo una situazione di paura ma non fisicamente, che non ci pagassero la vendita …siamo stati costretti a versare i soldi per la vendita dell opificio”. E qui torna il ruolo di Livia Forte, mediatrice soltanto o socia? Perché in relazione a questa fabbrica si fa sempre riferimento a percentuali, il mediatore che se ne importa delle plusvalenze?. E avete rappresentato, se la Forte non era interessata che se ne importava?” chiede.Woodcock:.
Le telefonata tra me e l avvogato Barone. Erano chiamate commerciali perché ci preoccupavamo del pagamento delle imposte e del venti per cento di quanto dovevamo pagare. Proprio sulla acquisto c’erano varie somme che dovevano essere pagate. Perche dovevate pagare il 20 per cento. Non c’è nessuna intercettazione che io faccio con Forte, erano preoccupazioni mie e di Barone…”. C’è poi l’asta dei De Nardo, qui Formisano parla di un incontro occasionale con Ciriaco e Caterina De Nardo..Solo questo ha da dire sull’asta di De Nardo:Formisano, abbia pietà di noi..” dice il pm antimafia. E Formisano insiste: “Non ho mai preso né chiesti somme di denaro dai De Nardo. In primis per la somma di 570mila euro e non avevano ancora saldato quello, due il rapporti sentimentale..Quarta e ultima cosa che un praticante non poteva esser avvocato delegato per la procedura”. Ma il pm antimafia ha continuato ad insistere
“La mia domanda è questa, visto che lei ha fornito una provvigione sulla vendita, come mai sembra una divisione tra soci?”. E Formisano: “Il pagamento non era per la vendita o l’ attività di sensale, noi dovevamo pagare duemila euro per la partecipazione e il venti per cento. Il rapporto sulla vendita non c’è una ulteriore divisione tra persone che avevano fatto un accordo. Tanti e che noi decidemmo di pagare per togliermelo di mezzo. Il pagamento era quello del 20%”. Sulla vicenda del 20 febbraio e’ tornato anche il penalista Gaetano Aufiero; “Veniamo all’incontro del 20 febbraio 2019; nel corso dell incontro a casa Forte si discusse o no della vicenda dei coniugi M….”
Non fu proprio preso in esame e neppure ho recepito i due cognomi”. Oggetto di quell incontro vi era l’asserita consegna di euro 15mila euro ad Aprile Armando? E Formisano ha confermato: “La Cerullo aveva detto che Armando Aprile si era appropriata della somma di 15mila euro da parte mia..” Il penalista gli ha anche chiesto: “Ma perché si era inventata questa circostanza che lei avrebbe dato 15mila euro ad Aprile? Voleva provocare i Galdieri e mettere Armando Aprile in difficoltà.Probabilmente era rimasta male per il fatto che Aprile aveva rifiutato di fare aste con lei e che le avrebbe fatte solo con la Forte”. Ha detto che la sera era andata via da casa Forte e lei è andato a trovarla e le fece ll gesto della pistola? Gli ha chiesto Aufiero: “Non fu fatto dalla signora Cerullo ma da Laudato, che disse queste cose si risolvono diversamente e fece il segno della pistola, dopo che gli avevo chiesto se volessero andare in Ospedale o dai Carabinieri. A queste dichiarazioni di Laudato mi misi in macchina e me ne andai”. Il ruolo di Laudato in questa vicenda? “Il loro interesse era quello di partecipare alle aste ad Avellino, tanto è vero che il giorno 21 febbraio parteciparono ad un asta per Cesinali. Poi c’è stata la nascita di un società in cui ci sono familiari di Laudato che tra il 2019 e il 2021 ha acquistato 19 immobili all’asta, Produrremo documentazione anche su questo”. Solo voci invece quelle riferite al.legame con i Galdieri dell’uomo a cui il 6 marzo 2019 erano stati consegnati 5000 euro: “Io avevo fatto il collegamento dalle voci che c’erano in paese. anche perché in quei giorni non ero presente ad Avellino e ho riportato le parole che mi sono state dette..Era una ricerca dopo la consegna del denaro che aveva fatto il Barone. Non lo conoscevo neanche. Sono voci di popolo”. In aula si torna il 16 febbraio per completare l’esame di Gianluca Formisano e avviare quello di Antonio Barone e Damiano Genovese.