AVELLINO- Un testimone in aula ribalta completamente l’ipotesi di accusa dell’Antimafia nel processo che si discute davanti al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Sonia Matarazzo per la cosiddetta “asta del Pagliarone”, ovvero l’imposizione di una somma di 120mila euro da parte di Nicola Galdieri ai soci della Monteforte srl, la società composta da Stellato Leontina, Costantino Giordano e Vito Chiumiento, per aggiudicarsi i locali del ristorante di Monteforte Irpino all’asta nel luglio del 2017.
LE ACCUSE
Come e’ noto per questa vicenda sono a processo Armando Aprile, primo a veicolare secondo le accuse la richiesta di denaro per rinunciare alla partecipazione all’asta, Nicola Galdieri, che avrebbe attraverso l’ex sindaco di Monteforte Irpino Costantino Giordano imposto ai soci il pagamento di 120mila euro per garantire che non ci fossero rilanci da parte di altri nell’asta e Renato Freda, che avrebbe messo a disposizione la sua impresa per le fatture utilizzate per nascondere le dazioni di denaro a Galdieri simulando dei lavori mai eseguiti al Pagliarone. Da qui le ipotesi di estorsione aggravata dal metodo mafioso e riciclaggio. dichiarazioni rese nel dicembre del 2020 al pm Antimafia Henry Jhon Woodcock da Livia Forte, imputata nel processo Aste Ok, che aveva rappresentato come nel luglio del 2017, precisamente il 19 luglio, si erano recati presso il ristorante Its Ok Nicola Galdieri e Costantino Giordano (circostanza smentita dallo stesso Giordano in aula) e che gli era stato imposto di non rilanciare l’offerta perché il locale andava aggiudicato a Giordano (circostanza smentita durante l’esame in aula di Giordano, che al ristorante si sarebbe recato da solo, senza mai coinvolgere Galdieri e dopo che gli aveva parlato dell’interesse all’asta della Forte proprio il suo socio Gennaro Pascale). Il giorno dopo, il 20 luglio, davanti alla giudice Patrizia Grasso era stata battuta l’asta. Aggiudicata per una differenza di 100 euro dalla Monteforte Srls (quella in cui erano soci Stellato Leondina, moglie di Gennaro Pascale, Costantino Giordano e Vito Chiumento). Nello specifico si trattava di un’offerta di 409.380 euro della Lara Immobiliare e 409.480 euro della Monteforte Srls. Una circostanza sospetta per gli inquirenti, considerando che una leader delle aste come la Forte non rilanciasse per una offerta così irrisoria. In buona sostanza una “desistenza” insolita per una “professionista” delle aste immobiliari come la Forte.
IL TESTIMONE IN AULA: GALDIERI CHIESE 100 MILA EURO PERCHE’ IL RISTORANTE ANDAVA BENE
Il secondo teste convocato dalla Procura Antimafia oggi in aula era Giuseppe Perrella, l’imprenditore tra i più importanti del settore food e beverage, che come e’ noto dal 2020 gestisce il 67% delle quote del Pagliarone e che era stato sentito nel corso delle indagini il 13 dicembre del 2022 su una precisa circostanza, ovvero l’incontro avvenuto nel settembre 2019 per concordare, dopo gli scontri tra i soci della Monteforte, la vendita delle quote proprio a Costantino Giordano. Incontro nel quale Giordano si fa trovare in compagnia di Nicola Galdieri. Nel corso dell’esame del pm antimafia Anna Frasca, a sorpresa l’imprenditore parla di un episodio precedente, ovvero di aver partecipato all’incontro nel 2017 presso il ristorante Its’Ok in cui Nicola Galdieri avrebbe imposto una somma di 120mila euro, ma non per turbare l’asta che si svolgeva a luglio ma “perché il ristorante andava bene”. L’ incontro al ristorante era stato determinato da un dissidio avvenuto a causa di una serata musicale organizzata in contemporanea al Pagliarone e al ristorante Its Ok, per cui la Forte era risentita e per cui, visto che Pascale Gennaro era uno dei suoi migliori addetti alla vendita e aveva con lui un rapporto “fraterno” e la Forte era una cliente importante, tanto che Perrella sarà anche testimone di nozze del figlio, l’imprenditore aveva deciso di partecipare a questo incontro per dissipare ogni malumore. Secondo il racconto “inedito” di Perrella, presenti al tavolo c’erano oltre a lui e Gennaro Pascale, la stessa Livia Forte, Costantino Giordano, Armando Aprile e Nicola Galdieri. La richiesta di Galdieri fa raggelare Perrella, come racconta lo stesso imprenditore. “Perche’ Galdieri pretendeva questa somma?” gli chiede il pm antimafia. “Perché il locale andava bene, dovevano contribuire a non so che cosa. Quando ho sentito queste cose mi sono tirato indietro. Io ero andato a cercare di mettere pace tra un mio cliente ed un mio rappresentante, quando ho sentito questo discorso mi sono tirato indietro. Siamo andati via, ho detto a Gennaro (Pascale ndr) di andare via”. Il magistrato chiesce cosa Pascale rispose alla richiesta: “Dissi a Gennaro che erano cose che non mi competevano e che non ero andato lì per questa cosa qua”. Livia forte era presente, disse qualcosa? continua nell’esame il pm:
“No, stava la impassibile”. Gli altri due diretti interessati hanno risposto qualcosa? “Sicuramente sono rimasti interdetti, specialmente Gennaro. In quella fase la non se ne è parlato. Ho pregato Gennaro di tenermi fuori da questa cosa
Quello che e’ successo dopo. Gennaro era contrario a pagare. Una situazione del genere gli ho detto; ora dobbiamo andare. Io sono andato via con Pascale”. Ma qual era la causale della richiesta estorsiva? Il magistrato insiste molto su questo aspetto, continuando a chiedere perché dovessero pagare. Perrella ha ribadito:
“Perche’ il locale andava bene e doveva dare questa somma. Ho pregato Gennaro di lasciarmi fuori”. E ha anche aggiunto che: “loro hanno con una certa forma accondisceso a pagare delle somme. Non sono entrato proprio in questo discorso. Io sono contrario a queste forme”. E il pm antimafia ha chiesto a Perrella: Le disse vai a denunciare? “Sicuramente si, facciamo un lavoro per cui dobbiamo essere trasparenti”. A chi avevano pagato?
“Al signor Nicola, sempre con Giordano che portava i soldi”. E allora il pm antimafia chiede del ruolo di Livia Forte e Armando Aprile nella vicenda. “Non ricordo, so solo che gli dissi di non farmi entrare in questa vicenda. Sicuramente andava denunciato glielo ho detto. Mi ha detto che tramite Giordano dovesse pagare questi soldi a Galdieri, che c’ entravano anche Aprile o Giordano non me lo ha detto. Quando me lo ha detto avevano già pagato una somma notevole, almeno settanta o ottantamila euro”. Perche’ allora non hanno denunciato ? “Additivano un discorso di tranquillità, pensavano che fosse meglio evitare qualsiasi tipo di scontro”. Perché avevano paura? Gli ha chiesto il pm antimafia:
Non sono un giovincello. Ma credo che avessero paura di Galdieri Nicola”. E quando gli viene chiesto cosa temessero e cosa rischiavano, Perrella ha spiegato: “Non le posso dire nella loro testa cosa pensassero. Forse temevano ritorsioni. Se uno ti fa una richiesta di soldi e tu non glieli dai. Gennaro Pascale ha avuto un inconveniente abbastanza brutto con dei delinquenti che lo hanno picchiato e ha denunciato tutto”. Lei sa che era stato messo all asta. Quando faceste l incontro era stato già messo all asta? “Penso di sì”.
E infine interrogato su cosa altro sapesse di questa vicenda ha aggiunto: “Hanno pagato fino ad un certo punto. Dopo un bel po di tempo hanno avuto una discussione con il signore Giordano e hanno bloccato i pagamenti”. L’esame ha poi riguardato l’incontro del settembre del 2019 al Pagliarone, dove insieme a Costantino Giordano, Perrella aveva trovato anche Nicola Galdieri. “Al Pagliarone cera anche il sig Galdieri. Quando ci siamo visti al ristorante non sapevo che ci fosse anche Galdieri. Poi mi sono dovuto accomodare ma e stato un incontro molto veloce. Tutto era legato al fatti che dovessero chiamare fornitori e banche per definire i pagamenti e le quote che doveva comprare Giordano”. Perché c’era Galdieri, viene chiesto al teste: “Penso per una questione di amicizia con Giordano”. Cerano solo loro?”Il locale era aperto, c’erano anche dei clienti”. E qui c’è la contestazione di un dato contraddittorio tra quanto dichiarato ai Carabinieri dall’imprenditore e quanto ha raccontato in aula parlando dell’incontro del 2017 al ristorante Its’oK. “Ai Carabinieri del Nucleo Investigativo ha detto: Ribadisco che non ricordo la data ma una sera prima del litigio del 2019 ho incontrato Giordano al ristorante Pagliarone che mi presento’ un soggetto che mi fu presentato dal Giordano e mi disse: questo è un compariello mio..se lo aveva già visto nel 2017 dopo nel 2019 perché ha dichiarato ai Carabinieri che non lo conosceva ?
“Sicuro l ho incontrato la prima volta da Its ok e sicuramente l’ho incontrato due volte. Stiamo parlando di tempi distanti. Non e’ che l’ho visto molte volte. Le cose stanno per la verità, il signore Nicola Galdieri l ho visto al ristorante it s ok e sicuramente al ristorante Pagliarone, non metto in dubbio quello che hanno scritto i carabinieri ma può essere che mi sono sbagliato ad esprimere. Penso che siamo stati molto poco tempo. Arrivato al ristorante ho parlato con il sig Giordano, abbiamo ristretto l incontro al minimo in termini di tempistica e sicuramente non ho cenato al ristorante”. Lei con chi ha preso l appuntamento? “Con Giordano e dovevo incontarmi con lui”. La pm Frasca ha continuato: “Quando lo vide non gli disse perché stai ancora con questo?”: “Sono stato la. Non sono abituato a dire cose così..mi sono trovato la, sono stato dieci minuti massimo”. Il magistrato ha incalzato il teste: “Era la stessa persona che aveva chiesto soldi? Perché non ha detto nulla?” “Mi sono trovato a disagio ma non ho avuto la forza di dire: me ne vado”.
IL CONTROESAME DI AUFIERO: PERCHE’ NON HA RACCONTATO AI CARABINIERI DEL PRIMO INCONTRO NEL 2017?
Il difensore di Nicola Galdieri, il penalista Gaetano Aufiero ha sollecitato Perrella nel suo controesame in particolare su un dato: “Perche’ quando viene escusso dai Carabinieri non fa riferimento a questo episodio del 2017, che lo ha così raggelato?. L’impremditore chiarisce: “Non voglio dire cose che possono indurre a cattive interpretazioni. Non e che ho dovuto raccontare delle cose. Non mi è stato chiesto”. Ma lei per questo motivo non riferisce di un fatto accaduto due anni prima, riferisce della vicenda del settembre 2019 e di quanto raccontato poi al Pascale, ovvero che le era stata presentato un soggetto di nome Nicola, perché successivamente ho visto anche qualche foto, benché non fosse stata fatta la domanda dice che era stato presentato in quel giorno, poi che lo aveva visto qualche settimana dopo, queste tre circostanze non la portano a dire che aveva fatto la richiesta di estorsione di 100mila euro. Solo perché non era stata fatta una domanda specifica?” chiede Aufiero: “Penso di si”. Non lo ha riferito per paura?
Non e’ una situazione che genera tranquillità emotiva- ha chiarito Perrella- la visita al ristorante per questa richiesta che mi aveva lasciato raggelato. Non ho voluto nasconderlo. Non ero tranquillo ho preferito non parlarne anche per una negligenza mia. Però quello che ricordo era che i Carabinieri mi avevano fatto delle domande ben specifiche”. Perché non ha detto ai Carabinieri che lo conosceva già. “Non mi è venuto di dirlo perché non mi era stato chiesto”. Rispondendo alle domande sul ruolo di Forte e Aprile nella vicenda, Perrella ha escluso di avere mai partecipato ad un asta insieme ad Aprile o Livia Forte. “Avete avuto impressione che la Forte non volesse avere a che fare con la situazione del Pagliarone?”. :Dopo la situazione del 2017 Livia Forte rispetto al Pagliarone non aveva interessi”. Ha chiuso, chiedendo: Aprile ha svolto un ruolo sul Pagliarone?”. La risposta di Perrella è stata laconica: “No”. In aula si torna il 26 settembre. Aerre
Asta Pagliarone, il teste ribalta le accuse: Galdieri chiese i soldi perche’ il ristorante andava bene
