Arresto Macchiarini, la difesa al Riesame: stop ai domiciliari

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«Non c’è nessun fondamento a che il professor Paolo Macchiarini (originario dell’irpinia) rimanga agli arresti domiciliari, non ci sono i presupposti. Abbiamo dimostrato davanti al tribunale del riesame che si è dimesso dall’ospedale di Careggi e che quindi non svolgendo più attività, il pericolo di reiterazione del reato non può più sussistere». Così uno dei difensori del chirurgo Paolo Macchiarini, l’avvocato Francesco Bevacqua, alla fine dell’udienza tenuta stamani davanti al tribunale del riesame di Firenze con cui la difesa ha chiesto di rimettere in libertà il professore. Macchiarini dal 27 settembre è agli arresti domiciliari per un’inchiesta per tentata truffa e tentata concussione e solo da ieri è autorizzato ad operare in deroga 15 pazienti con interventi chirurgici programmati a Careggi. «Abbiamo cercato di far capire» al collegio del riesame, ha detto un altro difensore, l’avvocato Giulia Bongiorno, «che Macchiarini non è un mostro di Loch Ness e ne è stata data un’immagine distorta». «Abbiamo difeso il professore in fatto, sulle accuse contenute nelle carte, non in diritto – ha anche detto l’avvocato Bongiorno – Su quella che per l’accusa sarebbe la “prova regina” che dimostrerebbe che Macchiarini indirizzava i pazienti all’estero, cioè una registrazione, abbiamo evidenziato che il professor Macchiarini al paziente indica innanzitutto quattro medici diversi presso cui operarsi in Toscana, e solo in ultima ipotesi indica un centro di Hannover all’estero. Perciò circa il presupposto dell’accusa secondo cui il professore indirizzava i pazienti in centri all’estero, lo escludiamo». Presente all’udienza anche il procuratore aggiunto di Firenze, Giuseppe Soresina: «Abbiamo chiesto al collegio di confermare gli arresti domiciliari. Non credo che l’aver dato le dimissioni da Careggi sia decisivo per revocare la misura».

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