AVELLINO- “Continuamo a chiedere giustizia, anche quella che aspettiamo da 32 anni. Grazie a questi ragazzi abbiamo potuto raccontare il dolore straziante da cui non si guarisce mai, possa servire a fare in modo che tragedie simili non accadano più”. Sono le parole di Antonietta Oliva, la vedova di Pasquale Campanello, che stasera ha partecipato nella Sala Blu del Carcere Borbonico alle premiazioni della Settima edizione del Premio dedicato a suo marito, ucciso nel febbraio del 1993. “Perche’ quando parliamo della storia di Pasquale parliamo anche di mafia. Sappiamo che il silenzio, l’oblio, l’indifferenza, sarebbero tutti un regalo alle mafie. Parlando di Pasquale facciamo in modo di non restare indifferenti. Diceva prima Davide, abbiamo bisogno di farlo con più determinazione. Abbiamo bisogno di essere più determinati. Libera ha voluto insieme a me non dimenticare. Il Premio Campanello è un evento che ha una marcia in più. Perche ci dà la possibilità di mettere in pratica il distinguere ma non confondere di Don Luigi Ciotti. Questi ragazzi sono coloro che continuano a fare il loro dovere. Ci sono persone che continuano a spendersi per il bene comune come ha fatto Pasquale Campanello”. Prima di lei a ricordare che “la memoria è carne viva, in continua evoluzione ma è anche responsabilità collettiva” Davide Perrotta, referente di Libera Avellino, che ha organizzato l’evento insieme al presidio di Pratola Serra. A moderare la serata, la giornalista Maria Fioretti. Il primo a ricevere il premio e’ stato Nicola Margarita per Terra Felix, cooperativa di Succivo, impegnata nella gestione dei beni confiscati a Francesco Schiavone, più volte finita sotto attacco da parte della criminalità. Un premio alla capacità di non arrendersi e di portare avanti la battaglia “Il nostro è un progetto che abbraccia le carceri e i soggetti con fragilità, senza dimenticare i bambini, convinti che la rigenerazione debba partire dai piccoli, dal contrasto alla criminalità organizzata”. Premiata anche Laura Marmorale per Mediterranea “per l’impegno nella promozione dei diritti umani, per aver difeso il diritto a migrare, costruendo una rete sociale basata sulla solidarietà”. A chiudere l’incontro GigiCannavacciuolo, vicepresidente regionale di Libera che spiega come “proprio la storia di Pasquale Campanello ha rappresentato una svolta nella lotta alle mafie. Per la prima volta era possibile offrire alle vittime innocenti della criminalità una forma di riscatto, una memoria che non fosse intaccata dalla calunnia. Una memoria non sempre accompagnata da verità e giustizia”.
Antonietta, vedova Campanello: il silenzio e l’oblio sono un regalo alle mafie
