Ambrosone (Pd): “Alloggi popolari, rivedere assegnazioni”

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Non è difficile, osservando abitudini, stili di vita e altre disponibilità, comprendere che una parte degli attuali “beneficiari” di alloggi popolari non rientra più nelle graduatorie utili a godere del beneficio. La nuova amministrazione comunale di Avellino deve procedere ad una revisione accurata, delle liste di assegnazione degli alloggi popolari, assegnati sia in passato che in procinto di assegnazione. Esiste in città una grande maggioranza di occupanti di tali alloggi, che nel corso degli anni, ha modificato la propria condizione reddituale, ma al Comune questo sfugge, in quanto i nuclei familiari o vengono fittiziamente gonfiati con residenti che di fatto vivono altrove, o al contrario, vengono trasferiti solo nominalmente in altri comuni o in altre famiglie, componenti del nucleo familiare che finirebbero per aumentare la soglia di reddito delle famiglie beneficiarie degli alloggi popolari. Questa illegittimità, riscontrabile sia attraverso l’analisi dei consumi per ogni alloggio, sia attraverso più moderni strumenti di controllo fiscale (auto di proprietà, utenze telefoniche) determina un triplo svantaggio per tutta la comunità. Da un lato si assiste ad un godimento illegittimo di beneficio, che dunque rappresenta una illegalità bella e buona, dall’altro non si consente a chi ne ha realmente diritto, di avere accesso agli alloggi popolari. Terzo aspetto, in funzione di un beneficio illegittimo, non si determinano le condizioni economiche utili affinché si possa risollevare il mercato immobiliare ( si vedano gli ultimi dati relativo al crollo dei fitti e delle vendite) pur in presenza di nuclei familiari che hanno disponibilità economiche tali per procedere al fitto o all’acquisto di appartamenti, acuendo, contestualmente il dramma della casa per giovani coppie e anziani con pensione al minimo e per i ceti deboli, che si trovano, spesso, nella condizione di dover “elemosinare” un proprio diritto. Tutto ciò finisce per alimentare il fenomeno dell’abusivismo, tensioni sociali fino ad ora latenti e un costo sociale per l’amministrazione e l’intera comunità. Propongo che l’amministrazione predisponga in via prioritaria una sorta di “sanatoria” per chi attualmente occupa gli alloggi popolari pur non avendone diritto, invitandoli ad emergere dall’illegittimità lasciando gli appartamenti, e successivamente, in tempi brevi (tre mesi) proceda ad un’accurata verifica della sussistenza dei requisiti presso tutte le abitazioni assegnate, non basandosi sugli stati di famiglia e sui redditi dichiarati, ma sull’effettivo reddito familiare degli occupanti reali delle abitazioni e procedendo in tal caso, sia alla revoca dell’assegnazione che all’azione legale nei loro confronti. In tal modo sarà anche possibile mettere fine a tutti gli atteggiamenti speculativi di chi, fino ad oggi ha gestito le assegnazioni degli alloggi popolari, secondo la propria discrezionalità e non secondo metodi di equità sociale, trasparenza e legalità, alimentando logiche clientelari e di favore. Una seria politica abitativa e di housing sociale, che rientra nelle prerogative specifiche dell’amministrazione comunale, non può prescindere dall’adozione di una condotta di legalità, che elimini i privilegi e stabilisca criteri di diritto e la legittimità nelle assegnazioni.

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