Avellino – Continua il lavoro dei Vigili del Fuoco di Avellino, dopo il nubifragio che ha colpito il primo settembre l’Irpinia. Dopo la prima emergenza si fa la conta dei danni e le squadre del Comando Provinciale continuano ancora a lavorare per portare aiuto a tutte quelle famiglie che hanno avuto abitazioni e locali vari, invasi da fango e detriti. Soprattutto, il lavoro è continuato nel Solofrano, area maggiormente colpita da questa emergenza, e in particolar modo a contrada Santa Lucia, dove il personale G. O. S. (gruppi – operativi – speciali), con i mezzi di movimento terra, stanno liberando strade e locali invasi dalla melma, per cercare di ripristinare lo stato dei luoghi. Nei giorni scorsi, il reparto volo dei Vigili del Fuoco della Campania, di istanza a Pontecagnano, ha a lungo sorvolato le aree colpite, anche per monitorare le portate dei fiumi e dei torrenti.
Intanto proprio da Solofra si registra la nota dei No Park. “Da oltre due secoli si hanno testimonianze del rischio idrogeologico sussistente nella zona del Vallone Vellizzano, Caposolofra, Rione Santa Lucia, Via Giuseppe Maffei in prossimità del ponte S. Nicola, rischi riportati anche nelle cartografie del vigente Piano dell’Autorità di Bacino – si legge nel comunicato -. Già nel settembre del 2011, inoltre, le piogge intense provocarono non pochi problemi e disagi sul territorio comunale e proprio in prossimità del Rione Santa Lucia si registrò la situazione più grave, dove la sede stradale, le attività commerciali ed alcune automobili furono travolte da un fiume di fango e pietre. Eppure, lo scorso primo settembre, nonostante il Settore regionale della Protezione Civile avesse provveduto per tempo ad allertare i Comuni delle aree interne (con prot. int. SO n° 200 del 31.08.2014), in previsione di “fenomeni meteorologici significativi dalle ore 08:00 del lunedì 01 Settembre 2014 e per le successive 24 ore”, non è stato fatto quello che si poteva fare per salvare il salvabile. Nessuno ha dato l’allerta ed è mancato quindi il rispetto del primo punto, fondamentale, del Piano di Emergenza Comunale e chi ha il dovere superiore di salvaguardare la vita e l’incolumità dei suoi cittadini è venuto meno ai suoi compiti”.
“Una mancanza, quella pocanzi rilevata, che – sottolineano gli aderenti al Comitato No Park – avrebbe permesso ai residenti del popoloso quartiere di via Santa Lucia di allontanare le auto e apporre tavole o sacchi a protezione delle porte e dei garage e l’evacuazione dei locali al piano terra. Il tutto per negligenza e responsabilità del sindaco che ha bonariamente parlato di ‘disastro non annunciato’. Eppure sapeva sin dalle prime ore del mattino quale fosse la situazione e non ha avvisato i cittadini, i quali avrebbero avuto diverse ore per mettere in salvo il salvabile. Non si può pertanto parlare di calamità naturale o evento naturale eccezionale perchè, a priori, non sono state fatte le operazioni di prevenzione e tutto ciò che si poteva fare per evitare questa situazione o almeno questi ingenti danni e non mettere a rischio l’incolumità delle persone”.
“In ultima analisi – concludono gli aderenti al Comitato No Park – si vuole sottolineare come la recente alluvione abbia messo nuovamente alla luce la precarietà delle direttive che hanno portato alla redazione del parcheggio interrato in piazza Marello, piazza che a causa delle abbondanti piogge del primo settembre è stata totalmente invasa dall’acqua e dal fango, contraddicendo quindi quanti in questi mesi hanno assicurato rispetto al rischio frane e inondazioni sussistente in quella porzione di territorio”.