D – Come nasce la tua passione per il teatro?
R – Ho iniziato a 24 anni, con l’Accademia filodrammatica di Milano, poi con l’Amleto insieme a Kim Rossi Stuart. E’ con Antonio Calenda, però, che ho scoperto il teatro come un modo per trovare una consapevolezza. Per capire se si può avere una passione ed insieme un talento. Talento che va costruito sulla base dei fatti.
D – Ti rispecchi in genere nei personaggi che interpreti?
R – In realtà cerco di diversificarli perché interpretare ruoli diversi, anche del tutto opposti, mi permette di scoprire emozioni nuove della vita e aspetti di me stesso che magari prima non conoscevo. Quello di Oswald, ad esempio, è un personaggio decisamente lontano da me, pregno di un’ambiguità figlia di un’età teatrale più matura.
D – Quale consiglio ti senti di dare ai giovani irpini che intendono seguire la tua stessa carriera?
R – Seguire il proprio intuito e coltivarlo ventiquattro ore al giorno per scoprire se accanto alla passione esiste la convinzione di diventare quello che si vuole.
D – Quali sono i tuoi prossimi programmi?
R – Per i primi di aprile andrà in onda su Canale 5 ‘Il furto della Gioconda’, un caso di cronaca dei primi del ‘900 che vede protagonista il personaggio di Vincenzo Peruggia, trafugatore della Monna Lisa al Museo del Louvre.
In prima fila al Gesualdo, il padre di Alessandro, Massimo Preziosi, noto esponente del Foro avellinese, e personaggi di spicco del mondo politico, sindacale, imprenditoriale e forense della provincia, come Costantino Capone, presidente della Camera di Commercio di Avellino, Ciriaco Coscia, presidente della Cna provinciale, Gennaro Iannarone, ex magistrato ed ora neo-presidente del Cda del Gesualdo (che con piacere posa in compagnia del papà dell’artista irpino, vedi foto) e Antonino Verderosa, ex presidente dell’Unione degli Industriali di Avellino. Prima di accomodarsi, però, uno stop obbligato. Alessandro porta con sé nelle sue tournee, in qualità di testimonial, un gruppo di giovani standiste di Adricesta Onlus per ‘Un buco nel muro’. Il progetto intende sconfiggere la solitudine dell’isolamento dei ricoverati presso i reparti di oncoematologia pediatrica, chirurgia pediatrica e trapianti, attraverso la donazione di strumenti e sistemi di comunicazione tecnologicamente avanzati che permetterebbero a questi bambini di uscire dal muro della solitudine al quale sono costretti (per ulteriori informazioni: www.alessandropreziosi.tv). A tante doti si aggiunge dunque la sensibilità, virtù tipica dei figli d’Irpinia.