Aggredisce il fratello per la contesa dell’eredità: arrestato

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Grottaminarda – Una canzone di Pino Daniele recita: “’ncoppa e sorde ’a gente nun guarda ’nfaccia a nisciuno” ed è quello che senz’altro sarà passato per la testa di un uomo di Grottaminarda che, causa un dissidio legato a un’eredità indivisa con il fratello, da anni residente nella provincia di Modena, ha pensato bene dapprima di minacciarlo e poi di tentare di colpirlo con una zappa. Non è la prima volta che i Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino intervengono presso l’abitazione di C.M.. Già in passato tra i due fratelli erano volate accuse e denunce reciproche per questioni di eredità, ma mai erano arrivati a utilizzare attrezzi agricoli per minacciarsi e cercare di colpirsi al fine di dirimere la contesa. Questa volta invece C.N., quarantottenne del luogo, si è spinto oltre. Dopo aver avuto una lite con il fratello e con la madre, ha deciso di afferrare una zappa e di colpire il fratello C.M. che seppur non raggiunto dai colpi inferti si è dovuto recare presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Ariano per le cure del caso. Mentre C.N. tentava di colpire il fratello sono intervenuti i Carabinieri della Stazione di Grottaminarda. L’aggressore in preda a un vero e proprio raptus d’ira, dapprima ha minacciato i militari agitando contro di loro l’attrezzo agricolo e successivamente si è allontanato di corsa salendo a bordo della propria autovettura per fuggire. I Carabinieri tuttavia, ben lungi dal lasciarsi intimorire, hanno raggiunto C.N. e nonostante la sua violenta resistenza, a seguito della quale un giovane militare è rimasto leggermente ferito, sono riusciti a bloccarlo e trarlo in arresto. Le Forze dell’Ordine, hanno sequestrato la zappa dell’aggressore che ora dovrà rispondere innanzi alla Procura della Repubblica di Ariano Irpino di tentato omicidio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’attività, coordinata dal Procuratore Capo di Ariano Irpino Dott. Luciano D’Emmanuele e dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Marina Campidoglio, ha consentito dunque di arrestare l’uomo che ora si trova presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

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