Marco Imbimbo – Prima sanare il passato e poi fiondarsi sul futuro. La linea tracciata da Comune e Avellino Città Servizi è questa. Il passato riguarda i conti tra le parti che ancora non si trovano. Ente e Acs hanno definito la riconciliazione tra debiti e crediti maturati negli anni, ma i conti sono ancora aperti e riguardano le prestazioni offerte da Acs fino al 31 dicembre 2016.
L’azienda, una controllata al 100% dal Comune, ha fornito svariati servizi negli anni. Nono solo la gestione delle strisce blu, ma anche manutenzione ordinaria del verde pubblico cittadino e guardiania delle strutture pubbliche. Secondo il prospetto redatto a piazza del Popolo, tra il 2014 e il 2016 l’Acs ha accumulato crediti verso il Comune per 287.183,98 euro. Soldi, questi, già riconosciuti e da pagare da parte dell’ente di Piazza del Popolo.
Ma non è tutto, perché tra Comune e Acs ballano ancora 327.754,58 euro. Fatture di prestazioni presentate dall’azienda agli uffici comunali, ma finite nell’elenco degli importi in contestazione, quindi da verificare meglio. Si tratta di svariati servivi offerti da Acs, differenti per quanto riguarda gli importi. Ad esempio si va da una cifra di 178.453,06 euro alla voce “Parcometri conguaglio 2015” fino a 1.540 euro come “differenza scassettamento” relativa a una fattura del 2012.
In mezzo ci sono varie fatture relative alla manutenzione del verde pubblico per il 2016, con un importo totale che supera gli 85 mila euro, ma anche una fattura di circa 16 mila euro del 2013 relativa al sistema elettronico sulla mensa scolastica per la gestione degli acquisti dei pasti da parte degli utenti. Tutti importi finiti in contestazione per “mancanza di documentazione”, come recita la causale, tranne quello relativo alla mensa il cui mancato riconoscimento è perchè “la delibera di giunta 42/2011 è priva di impegno di spesa”.
Un’altra importante somma di circa 35 mila euro relativa a un conguaglio per la manutenzione della segnaletica stradale nonè stata riconosciuta per “mancanza di rendicontazione”. Singolari invece i 6.684,62 euro richiesti da Acs per un’attività di scassettamento del 2015 non riconosciuti dall’ente perché si tratta di un “servizio non svolto da ACS”, come spiega la causale.
Tutti questi importi, per un totale di oltre 300 mila euro, sono finiti in contestazione e andranno valutati nel dettaglio dagli uffici comunali di competenza entro il 15 aprile 2018. Nel frattempo, però, nel bilancio di previsione del Comune in via di completamento, verrà inserita la somma di 327.754,58 euro, pari agli importi in contestazione, in modo da assicurarsi una copertura nel caso in cui venissero approvati tutti.