Irpinianews.it

Accesso abusivo e corruzione, braccio di ferro su intercettazioni e rinvio a giudizio in aula

Pratola

PRATOLA SERRA- Si apre con un serrato braccio di ferro (giuridico) tra accusa e difesa il processo davanti al Tribunale Collegiale di Avellino nei confronti di sei imputati, tra cui l’ex sindaco di Pratola Serra Antonio Aufiero, che devono rispondere dell’accusa di accesso abusivo al sistema informatico della Procura di Avellino e di corruzione per vicende legate alle Regionali 2020, che e’ iniziato questa mattina davanti al Tribunale di Avellino (collegio Matarazzo). In aula sulle eccezioni preliminari la prima questione posta e’ stata quella della difesa di uno degli imprenditori sotto processo, per cui non ci sarebbe connessione tra l’ipotesi di accesso abusivo al sistema informatico, per cui era competente il Gup del Tribunale di Napoli e quella di corruzione, per cui invece era competente il Gup del Tribunale di Avellino. Da qui una presunta illegittimita’ del decreto che disponeva il giudizio firmato lo scorso primo aprile dal Gup del Tribunale di Napoli Federica Colucci. Una connessione che, invece, era esistente e anzi era stata rilevata per il procedimento parallelo, per il pm Cecilia De Angelis, il magistrato che ha condotto le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Mirabella Eclano. Dopo una lunga camera di consiglio, il Tribunale ha deciso che l’eccezione andasse rigettata, rilevando invece come “Sussiste la connessione tra tutti i reati. In particolare la connessione per il 615 ter, in quanto il presunto accesso abusivo sarebbe avvenuto al fine di procurare ad Aufiero l impunità nei processi indicati. Non e’ l’unica tra le eccezioni preliminari sollevate dalla difesa. Il penalista Alberico Villani ha infatti richiamato due sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione e una del Tribunale di Benevento, per cui le intercettazioni di un procedimento diverso che non prevedono l’arresto in flagranza non sono utilizzabili. Per il penalista che difende l’ex sindaco Aufiero, infatti, il procedimento nato ad Avellino e trasferito a Napoli per ipotesi di presunto aggravante mafioso (poi escluso dalla Dda) avrebbe generato un procedimento diverso, quello per cui c’era oggi il processo e che riguardava accesso abusivo e corruzione che non sono collegati. Un procedimento unico invece secondo il pm Cecilia De Angelis che ha ricostruito tutto il percorso delle indagini. La questione è stata rigettata dal Tribunale che ha acquisito le intercettazioni . Completate le richieste di ammissione delle prove, il Tribunale ha rinviato al prossimo sei novembre l’ udienza in cui verrà conferita la perizia trascrittiva sulle intercettazioni. Gia’ il Gup aveva rigettato tutte le questioni sollevate dalle difese e relative alla inutilizzabilità delle intercettazioni autorizzate nel procedimento originario, proponendo una valutazione di tipo sostanziale sulla determinazione di procedimento identico. In buona sostanza “una stretta connessione sotto il profilo oggettivo, probatorio o finalistico, che ne denuncia l’appartenenza ad un unico filone investigativo che integra un’unica provvista probatoria, come stabilisce una sentenza delle Sezioni Unite. Nel caso specifico, dal provvedimento di stralcio depositato ad aprile scorso sarebbe evidente in modo chiaro, come dall’ originario procedimento, nel quale le intercettazioni sono state autorizzate per i reati ex art. 319 e 321 c.p., è stato disposto un autonomo fascicolo relativo agli odierni imputati. mentre per le altre posizioni è stata disposta la trasmissione per competenza territoriale al Tribunale di Avellino. Quindi un procedimento “diverso”. Stessa valutazione anche per l’ eccezione di incompetenza sollevata dalla difesa di uno degli imprenditori, per il fatto che si proceda anche pe4 art. 615 ter c.p (accesso abusivo al sistema informatico) che fonda la competenza funzionale del P.M. e del Gip distrettuale. I due reati di corruzione sono individuati come reati a concorso necessario.

Exit mobile version