Caposele – Una telefonata anonima avvertì i carabinieri della presenza di un cadavere sul ciglio di una via di campagna nel comune di Caposele. A seguito della segnalazione arrivata in piena notte, gli uomini dell’arma perlustrarono la stradina ed effettivamente trovarono il corpo senza vita di un giovane. Il successivo esame autoptico chiarì che lo stesso era morto per una overdose di eroina. I fatti si svolsero nel 2006 e, da quel momento, si aprirono le indagini che, in breve tempo, portarono alla scoperta dell’identità della persona che aveva fatto la segnalazione: si trattava di un amico 30enne della vittima con il quale, la sera prima della tragedia, lo stesso si era incontrato. Presente anche una terza persona. Dopo ulteriori accertamenti, i carabinieri arrivarono alla conclusione che se il giovane avesse chiamato tempestivamente i soccorsi anziché perdere tempo prezioso per allontanarsi dal luogo dell’accaduto, il suo amico si sarebbe potuto salvare. Di qui l’accusa di omissione di soccorso e l’inizio del processo che si è concluso ieri, dopo sei anni, con la condanna dello stesso a un mese di reclusione con pena sospesa e al risarcimento dei danni morali subiti dalla famiglia della vittima che si è costituita parte civile nel processo. La posizione dell’altro ragazzo presente la sera della tragedia è stata stralciata nell’ambito di questo processo mentre è sotto esame in un altro procedimento penale.
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