Mentre in Italia si continua a parlare di case chiuse e regolamentazione della prostituzione, in Svizzera Angelina, prostituta colombiana che “esercita” da quasi 20 anni nel distretto di Paquis, ha deciso di fondare un Sindacato dei lavoratori del sesso (STTS). L’idea ha riscosso molto successo: sono attesi 150 professionisti “del settore” per la presentazione,prevista per la prossima settimana.
Il progetto di associarsi è sorto in risposta a leggi sempre più restrittive, tra cui l’ultima, in ordine di tempo, è una proposta dell’UDC di vietare la prostituzione nei dintorni delle scuole. Il sindacato fondato da Angelina si propone l’obiettivo di lottare contro la concorrenza sleale delle straniere e tutelare i lavoratori del sesso dall’abusivismo e dall’incertezza che li minaccia e “spaventa il cliente”. “Vogliamo essere partecipi nella difesa dei nostri diritti – spiega Angelina – e collaborare con la Polizia attraverso riunioni mensili”.
Da Aspasia, associazione che si batte per i diritti delle prostitute, accolgono con favore quella che definiscono una “bella iniziativa”. Il portavoce, Felix Michel de Vidas approva e sostiene che in questo modo si riuscirà “a lottare per tutte le ragazze che si prostituiscono”. Da parte sua, il consigliere di sinistra, Salika Wenger, da sempre contraria allo sfruttamento sessuale, dichiara: “La prostituzione dovrebbe essere abolita, ma fino a quel momento è un bene che le lavoratrici della strada si costituiscano in sindacato per tutelarsi”.
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