Restituire all’Irpinia una strategia economica che poggi le basi sulle diverse eccellenze del territorio, promuovendo una forte sinergia tra formazione e mondo del lavoro, e potenziando il ruolo di coordinamento e guida della Provincia. Alla fine di un 2011 trascorso all’insegna della recessione, che ha fortemente ridimensionato il tessuto produttivo dell’Irpinia, Giuseppe Solimine lancia la sua ricetta per invertire la rotta. Partito dal bilancio, decisamente negativo, delle vertenze esplose o acuitesi nel 2011, Irisbus su tutte, l’assessore provinciale al Lavoro ha rilanciato la sfida per il 2012 e presentato le diverse iniziative in programma.
“Nonostante la grave crisi – ha ricordato – in Irpinia vi sono stati settori, quali l’agroalimentare, l’aereospaziale, il farmaceutico e l’informatico, che hanno addirittura guadagnato posizioni e assunto personale”. Di qui bisogna ripartire”. Nel sottolineare la necessità di fare di Palazzo Caracciolo il luogo nel quale approntare le strategie in grado di rendere appetibile il territorio agli investimenti esterni, Solimine non ha risparmiato un passaggio sulla macroquestione Fiat. “Bisogna aumentare l’attenzione – ha evidenziato -. Le condizioni per rilanciare le vertenze ci sono tutte. E’ necessario, però, intavolare il discorso nei luoghi giusti e con le persone giuste, in modo da avviare trattative vere. Non certo nelle piazze”.
A fronte del disfacimento progressivo dei grandi gruppi industriali l’esponente della giunta di Palazzo Caracciolo ha quindi rilanciato la necessità di “recuperare le radici culturali della provincia”. Su questa falsariga si innesta il progetto denominato “La cittadella dei mestieri e del pensiero creativo”. L’iniziativa nasce dalla firma di un Protocollo d’intesa che Palazzo Caracciolo ha sottoscritto con Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e il Provveditorato agli studi. A tale proposito la Provincia stanzierà circa 90mila euro che saranno gestiti da una cabina di regia coordinata a sua volta dall’ Isfol. ”L’obiettivo è recuperare i mestieri dell’antica Irpinia – spiega l’assessore provinciale – sulla lavorazione del ferro, della ceramica, del legno, della pietra e sull’enogastronomia”. Proprio su quest’ultimo aspetto, nelle sue intenzioni, la città di Avellino dovrà recuperare il ruolo di capoluogo culturale. “Si tratta anche di un percorso di aria sociale – continua – che si leghi a percorsi formativi e di lavoro”. L’assessore ha pure immaginato il luogo il luogo fisico nel quale realizzare la Cittadella: si tratta dell’ex Carcere Borbonico, struttura collocata al centro della città e che “meglio si presta all’obbiettivo di restituirle un’anima”. Il progetto muove già i primi passi. Il prossimo 30 e 31 gennaio, è prevista una due giorni di incontri tra mondo della formazione e imprese con il coinvolgimento delle Università attigue alla provincia di Avellino, ovvero quelle di Fisciano, Benevento, Foggia e la Seconda Università di Napoli.