Il Vescovo Marino: “Ricordo del 23 novembre 1980”

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Sono oramai trascorsi trent’anni dal terremoto del 1980. Ero stato ordinato sacerdote da un anno. Quel boato risuonò in una terribile e placida ora – erano le 19,35 – non solo scosse la nostra giovinezza, crollò “un mondo”. Ero in Seminario a Posillipo e stavo celebrando Messa. L’indomani del 23 novembre 1980 “Il Mattino” titolava: “Fate presto!” In quel minuto e mezzo morirono circa tremila persone, la nostra diocesi si trovò segnata, sfregiata da quella terribile onda d’urto. Crollarono case e chiese, il Seminario. Avellino e l’Irpinia sprofondarono in una tenebrosa notte oscura. Furono tanti a venire in aiuto della nostra gente da ogni parte d’Italia e dall’estero. Il 25 novembre 1980 a pochi giorni dal terremoto il Servo di Dio Giovanni Paolo II visitò le zone terremotate facendo sosta in quelle tragiche ore all’Ospedale Civile di Avellino, dirà un anno dopo :”Ho ancora negli occhi e nel cuore le fosche immagini delle indescrivibili distruzioni; ricordo la mia visita alla zona colpita dal sisma, ad Avellino… Mi recai in quei luoghi per ridire ai superstiti, ai feriti, a tutti, il messaggio della fede cristiana e per dare loro… un segno di quella speranza, che per l’uomo deve essere l’altro uomo.” Si può a ragione affermare che il terribilis anno 1980 fu come uno spartiacque ecclesiale. I bagliori del novum andarono maturando dalla vitalità della Chiesa Italiana, della Caritas di mons. Luigi Nervo che soccorse con energie e tanti volontari, sacerdoti e religiosi le stremate popolazioni e sorresse pastoralmente con ogni mezzo i nostri preti provati da lutti e rovine. La Caritas risollevò da quell’apocalisse le nostre comunità. Si realizzarono gemellaggi con diocesi e parrocchie di tutta Italia. Divenne la diocesi un vero e proprio laboratorio pastorale, un’esperienza storica di presenza e di scambio che non si era mai verificata fra il Nord ed il Sud d’Italia. Furono dalla Caritas impiantanti i box cappella, i centri di comunità, fu dato molto! Possiamo senza dubbio affermare che per i giovani fu esperienza nella tragedia davvero entusiasmante: nacque la Caritas anche da noi. Come non ricordare il mio venerato predecessore Mons. Pasquale Venezia che visse con coraggio quel momento? I parroci, i religiosi che custodirono la fede, i luoghi devastati e le loro comunità? Le tante suore che ci aiutarono. Ricordo per tutte le suore Vincenziane dell’Istituto “Santa Maria” di Avellino che tanto si prodigarono al “Campo Genova” tra le tende e i prefabbricati dei terremotati. Gli anni trascorsi non cancellano dal cuore quella tremenda esperienza. Paesi crollati e stravolti nei loro insediamenti, i lunghi inverni nelle tende, le roulotte, i prefabbricati e i tormenti mai sopiti della ricostruzione. Il prossimo 23 novembre – alle 16,30 – celebrerò con i confratelli sacerdoti l’Eucarestia proprio nella parrocchia di “S. Maria degli Angeli” a San Mango Sul Calore che fu raso al suolo in quella serata, perse la vita con i suoi fedeli anche il parroco Don Virgilio Dello Russo. Sarà un momento di preghiera e di riflessione per non dimenticare, per far memoria e continuare a costruire in noi, nelle comunità, il senso dell’essere credenti in cammino sulle strade di questa dolce e aspra terra di mezzo.
Vi benedico.
Avellino, 16 novembre 2010
Francesco Marino
vescovo

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