BAIANO – Saranno i giudici della V Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, presieduta dal magistrato Ginevra Abbamondi, a decidere il prossimo 12 gennaio sul ricorso contro la sentenza di condanna a sedici anni emessa il 10 dicembre 2024 dal Gup di Avellino nei confronti di Francesco e Salvatore Crisci, padre e figlio accusati del delitto avvenuto nel febbraio 2024 a Baiano di Felice Lippiello. Davanti ai magistrati di secondo grado sarà discussa l’impugnazione proposta dai difensori dei due imputati, gli avvocati Antonio Falconieri e Rolando Iorio. La parte civile e’ rappresentata dagli avvocati Nicola D’Archi e Maria Stella Saveriano. Molto probabile che le difese ripropongono anche in Appello la tesi dell’omicidio preterintenzionale, che era stato accolto dal Tribunale del Riesame di Napoli. “Ed invero- si legge nella sentenza- le modalita’ dell’agguato perpetrato dai Crisci, organizzato nei minimi dettagli con tanto di complice per la successiva fuga in auto, non lascia dubbi circa la consapevole accettazione da parte degli stessi dell’eventualità che dal proprio comportamento potesse derivare la morte del Lippiello. E, infatti, se i due Crisci si fossero recati all ‘appuntamento con la vittima, semplicemente per ferirlo, escludendo categoricamente la possibilità di cagionare la morte, non si vede perche, per la realizzazione di tale proposito, si siano fatti accompagnare sul posto con un terzo complice, con mansioni di autista, al chiaro scopo di guadagnare piu’ rapidamente la fuga dopo avere aggredito mortalmente il Lippiello, come si evince dal particolare-non di poco conto- dell’aver i due imputati lasciato le portiere della loro autovettura in modo da potere salire immediatamente in auto ed allontanarsi rapidamente dal luogo del delitto, senza nemmeno impiegare quei pochi secondi – in realtà preziosissimi in un contesto omicidiario – occorrenti pcr aprire lo sportello del” auto”. Nelle pagine delle motivazioni viene ricostruito proprio quanto avvenuto nella sera del delitto e anche il movente della “spedizione punitiva”: “Appare evidente- scrive nella sentenza il Gup- come la sera del 9 febbraio 2024 Crisci Sabato Francesco e Crisci Salvatore abbiano raggiunto il Lippiello Felice presso la sua abitazione con l’intento di regolare i conti in riferimento alla gestione delle piazze di spaccio. Difatti, gli imputati, e in particolare Crisci Salvatore, contattavano telefonicamente la vittima al fine di raggiungerla nei pressi della sua abitazione con il fine di tenderle un’imboscata. A riprova di cio’, dalle immagini estrapolate dalle telecamere di sorveglianza emerge chiaramente come i due Crisci giungevano nel cortile dell’ abitazione del Lippiello bordo di una Fiat Panda guidata da un terzo soggetto rimasto ignoto, proprio per poter effettuare una vera e propria “spedizione punitiva’ poi darsi rapidamente alla fuga. Sempre con il supporto delle immagini è possibile notare come il primo a scendere dall’auto sia stato Crisci Salvatore, il quale contattata nuovamente la vittima sul cellulare, come confermato dall’analisi dei tabulati telefonici dille immagini che lo riprendono nascondersi nel otile con il cellulare illuminato in mano proprio per tendere un’imboscata alla persona offesa. All’arrivo del Lippiello, Crisci Salvatore iniziava una discussione con I’uomo, colpendolo con un bastone, prima dell’arrivo di un altro soggetto dai capelli corti c rasati ai lati e la barba rasata ai lati e pronunciata all’altezza del mento che indossava un giaccone scuro con cappuccio, identificato poi in Crisci Sabato Francesco. Quest’ultimo allungava repentinamente il braccio destro verso la gamba sinistra del Lippiello, colpendolo provocandogli la ferita mortale”.
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